Ricerca
Contattaci
Per segnalare concerti o richiederci una recensione delle vostre band, scriveteci compilando il modulo in questa pagina
Accesso utente
Chi è on-line
Dog Eat Dog

TrackList
- Don't Waste Your Time
- Not Too Late
- Before It's Time To Go
- Right From Wrong
- Dust To Dust
- Dog Eat Dog
- Rock This Town
- One World One Life
- Talking Trash
- Same Old Story
- Don't Be Lookin' Back
- Ghost Of Death
PINO SCOTTO - Dog Eat Dog
(2020 - Nadir Music)voto:
Sono passati meno di due anni da 'Eye For An Eye', che Pino Scotto torna sul mercato con il nuovo 'Dog Eat Dog', l'ormai settantenne rocker di Monte Di Procida dimostra così che la sua vena compositiva è inesauribile.
Ribaltata in toto la formazione, che vede il ritorno alla chitarra di Steve Volta, e le new entry al basso di Leone Villani Conti (Trick or Treat), alla batteria di Federico Paulovich (Destrage) e alle tastiere di Mauri Belluzzo (Graham Bonnet), il nostro amato/odiato rocker propone dodici brani, 11 inediti e un vecchio cavallo di battaglia dei Vanadium. Come sempre testi veri, incazzati e sinceri, compongono ogni canzone, il cuore e la passione per il rock non vengono mai meno. Lavoro che ha l'ambizione di farsi ascoltare più e più volte e a lungo nel tempo, cosa rara in questi tempi in cui tutto si consuma troppo velocemente.
Rispetto ai precedenti lavori, pur mantenendo le sue ormai proverbiali peculiaretà, Pino ci offre uno spaccato di varietà sonore che ripercorrono un po' la storia della musica hard rock dagli anni 70 ad oggi, sempre con il suo inconfondibile stile. La voce con gli anni si è fatta più rauca, forse meno potente ma più calda, più vicina a far vibrare le emozioni immergendosi ad occhi chiusi nell'ascolto quando siamo chiusi nella nostra stanza. L'album, uscito il 27 marzo, purtroppo non sarà seguito dal preannunciato tour causa covid-19, ma speriamo che tutto questo passi quanto prima e si possa avere l'opportunità di seguirlo live, habitat nel quale Pino dà sempre tutto se stesso. L'album è stato mixato e masterizzato da Tommy Talamanca ed esce nuovamente per Nadir Music. La copertina è opera di Gianni Corrado.
Venendo ai brani si parte con 'Don't Waste Your Time' scritta in un periodo difficile per l'autore e ispirata dalla guerra siriana. Ritmo cadenzato che procede marziale aumentando il calore dell'interpretazione nota dopo nota, refrain che ti si appiccica in mente e li si mantiene per giorni e giorni. Segue 'Not Too Late' trascinante dall'inizio alla fine, sleaze rock'n'roll con pianoforte e omaggio alla leggenda Jerry Lee Lewis! C'è sempre tempo per risolvere i propri errori è il senso del testo, ma il coinvolgimento musicale è ai massimi livelli. Elogi ai 4 musicisti che lo accompagnano, i quali sembrano uniti e coesi perfettamente, oltre che assoluti padroni delle proprie abilità tecniche.
'Before Its' Time To Go' è una ballad in cui Pino alla voce ha voluto con se l'ospite Francesca Garatti (MoonSoul, Street Gang, AnimAcustica e altri) per le parti con i timbri più alti. Cinque minuti di calde emozioni, di melodie eighties e blues guidate con sapienza dalla guitar di Steve Volta. L'atmosfera quasi mistica prosegue nella parte iniziale di 'Right From Wrong', blues e rock si fondono con facilità crescendo di tono man mano che la canzone va avanti e deliziandoci con un'esaltante solo di Steve.
'Dust To Dust', scritta con l'amico di sempre Steve Angarthal, è un evidente omaggio alla PFM e a certi suoni anni '80, tra le più coinvolgenti dell'album per il suo ritmo da simil tarantella, eloquente il suo amore per quegli anni mentre il testo è corrosivo sull'atteggiamento dei giovani, social e reality, argomento spesso trattato dal buon Pino nelle sue trasmissioni tv/radio.
La title track è un feroce atto d'accusa verso noi stessi, verso il nostro comportamento che ci porta spesso a cercare di scavalcare il prossimo. Cane mangia cane, dunque. Molto seventies, cantata col cuore, sgarbata, rustica, su basi di rock senza inutili melodie, duro e diretto. La pomposità delle tastiere apre 'Rock This Town' che si snoda poi in risonanze a cavallo tra anni 70 e 80 con accenni a certo hard rock americano.
Ad ulteriore prova che a Pino piace anche sperimentare, in 'One World One Life' abbiamo anche una parte di sax (Daniele Sepe) che ben si incunea all'interno dei suoni rock retrò che il brano esprime. Cambio di rotta repentino con 'Talking Trash', heavy rock sferzante dal ritmo sostenutissimo, con linee di basso incalzanti assecondate dalla dinamica batteria di Federico. In 'Same Old Story' lo stesso basso e la batteria introducono alla perfezione una song che riecheggia il passato con le sue coordinate rock blues. L'amore per gli anni magici della musica mondiale sono evidenti, come del resto in ogni lavoro del nostro Artista. Testo anche in questo caso tutto da seguire.
Arriviamo così a quello che per me è un tuffo al cuore, 'Don't Be Lookin' Back' brano storico dei Vanadium, brano che in quel lontano 1983 mentre ero di naja mi fece innamorare perdutamente del combo lombardo e del suo istrionico singer. Nella vasta discografia di quella che, volenti o nolenti è stata la miglior hard rock band del nostro paese, 'Don't Be Lookin' Back' è stata una delle composizioni migliori. Ovviamente la versione è adattata ai nostri tempi, son passati comunque 37 anni.. ma l'interpretazione, più intimistica rimane comunque da brividi, grazie Pino!
Quasi non me ne sono accorto, tanto mi ha rapito questo album, che siamo arrivati alla fine. 'Ghost Of Death' ha un inizio cupo ma dopo pochi attimi inizia il suo percorso tambureggiante, la grinta di Pino esalta il comporto musicale che lo circonda per chiudere in bellezza questa nuova avventura discografica.
Tralasciando il personaggio che si è creato col tempo, e che a tutti può non piacere, qui siamo a giudicare l'artista e in questo Pino Scotto rimane sempre un grande rocker, gli anni passano inesorabili per tutti ma la sua musica non cede mai il passo e la sua vena artistica rimane sempre affidabile e concrreta.
Long live rock'n' roll Pino, horns up!
Klaus Petrovic