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Cant Del Corlo

KANSEIL - Cant Del Corlo
(2020 - Rockshots Records)voto:
I Kanseil sono passati spessissimo sulle nostre pagine virtuali, ormai potremmo dire che la band veneta è di casa da queste parti. Per quanto mi riguarda non posso che definirli degli ospiti sempre graditi, nonché tra i gruppi folk più di spicco della nostra penisola. L’ultima volta che ho avuto il piacere di parlare di loro risale a cinque anni fa, in occasione della pubblicazione di quello splendido disco che è ‘Doin Earde’ e sapere che avrei avuto la possibilità di scrivere nuovamente di loro è stata una graditissima sorpresa.
La scelta della lingua italiana, mescolata qua e là al dialetto - che stavolta troviamo giusto, in modo molto limitato, nei titoli scelti per le varie tracce -, potrebbe essere definita azzardata ma nel loro caso era e continua ad essere riuscitissima. In questo piccolo gioiellino di appena ventidue minuti, intitolato ‘Cant Del Corlo’, i nostri sette giovani di Fregona hanno deciso di concentrarsi su una strumentazione interamente acustica, che in qualche modo fa emergere ancora di più le liriche di ciascuno dei quattro brani proposti, sei contando anche intro e outro.
Il corlo è la ruota dell’arcolaio, utilizzata in questo contesto come simbolo di ciclicità, di eterni ritorni (“il tempo è una ruota che non si ferma mai”). L’EP è incentrato sulle quattro stagioni, che dalla notte dei tempi non fanno che andare, trattenersi per un po’, partire e poi, inevitabilmente, tornare, certe come la vita, sicure come la morte. La magia di ‘Cant Del Corlo’ è una poesia che arriva da “Levante”, passa per “Verta” (nome della primavera in veneto arcaico), si sposta “Tra Le Fronde” degli alberi in estate, continua verso i primi freddi di “Boscar”, ci riempie di malinconia con le dolci melodie invernali de “Il Sergente Nella Neve” e ci lascia a “Ponente”. Ma è solo un arrivederci, il corlo continua a ruotare: un po’ di pazienza e il ciclo ricomincerà da capo, restituendoci cose conosciute e facendocene scoprire di nuove. Per ogni forma di vita che muore ce n’è un’altra che nasce.
Ogni brano ha una sua personalità ed è davvero difficile segnalarne uno che sia “migliore” degli altri. Probabilmente il mio preferito è “Boscar”, sarà che dalla finestra inizio a intravedere le prime foglie rosse e gialle e quindi sono entrata nel mood, chissà. “Levante” e “Ponente” sono due facce della stessa melodia, più energica e vitale la prima, più lenta e solenne la seconda.
Onestamente per me i Kanseil ormai sono sinonimo di garanzia, non avevo dubbi che avrei avuto a che fare con un prodotto di qualità e sono lieta di aver avuto ragione ancor prima di ascoltare il ‘Cant Del Corlo’. Non auguro buona fortuna a questi ragazzi per il semplice motivo che non ne hanno affatto bisogno, vista l’enorme inventiva e l’innegabile talento di cui dispongono. Vado ad aggiornare la mia lista dei dischi dell’anno, perché ‘Cant Del Corlo’ merita senza alcun dubbio una menzione.
Elisa Mucciarelli