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Golgotha

BLEEDING EYES - Golgotha
(2020 - Go Down Records)voto:
Nome del gruppo Bleeding Eyes … Ah! Ok! Nome dell' album “Golghota” … Eh! Sti c.. Ero stato avvertito dal buon Klaus che la recensione non sarebbe stata facile, ma ho voluto provarci lo stesso, un po' per sfida, un po' per curiosità, un po' perché non riesco ad abituarmi a questa nuova scena metal in cui si mescola di tutto con tutto però ogni tanto salta fuori qualcosa dal “sapore antico”.
Qui di sapore antico non c'è nulla, di commistioni sonore tantissime: c'è chi dice sonorità psichedeliche e stoner, chi invece sente sonorità doom, chi sludge e bla, bla, bla. Se proprio amate le categorizzazioni, dal mio modestissimo punto di vista, abbiamo sonorità psichedeliche combinate con sonorità sludge in cui l'oscuro ed il lugubre la fanno da padroni.
Forse tutti hanno ragione, forse tutti hanno torto, sicuramente è un album che va compreso ed il modo migliore è quello di ascoltare lo storico del gruppo che già nel 2003 (appena un anno dopo la fondazione ufficiale del gruppo) presenta il proprio demo, quindi si evince che i trevigiani Bleeding Eyes non sono di primo pelo, in più di tre lustri di attività hanno migliorato la loro tecnica in maniera evidente: “Golghota” se vogliamo dirla tutta mi pare una summa, un punto e a capo di una carriera solo in crescere, di gente che osa … in un mondo musicale dominato dalla lingua inglese i Bleeding Eyes propongono canzoni nella nostra lingua eccezion fatta per l'ultima traccia “Inferno” che è in inglese!
Che i Bleeding Eyes non siano degli sprovveduti musicali è evidente a chiunque ascolti anche distrattamente l'album, se poi ci addentriamo nei testi si capisce che i ragazzi sono studiati e non degli improvvisati che giocano con tematiche tanto per stupire il metallaro di turno che fa un po' via della mano sinistra contro via della mano destra con inversione di marcia al km. 666; qui il discorso è molto più sottile ed intimo in cui si mescolano sicuramente tematiche sacre dei vangeli apocrifi e suggestioni apocalittiche che, e questa è una mia fissa, collego con la copertina dell' album … etvoilà! “Golghota” diventa anche un album in cui ancora più finemente si insinua la denuncia sociale.
I pezzi sono tutti da ascoltare, magari più volte, poi meditati. Il pezzo che più mi ha colpito? “Confesso”, belle sonorità, bellissimo testo; non mi stupisce che i Bleeding Eyes lo abbiano fatto uscire come singolo per ingolosire fans vecchi e speriamo tanti nuovi.
Gino