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Love In Stereo

TrackList
- Love Under Fire
- I'm Not Your Enemy
- Bullets For You
- Requiem
- Scream Shout
- Life's Too Short To Feel Old
- Game Over
- Cry For Love
- Austin, Texas
- Kiss My Ass
- Stranger To Your Touch
DAMN FREAKS - Love In Stereo
(2020 - Volcano Records)voto:
Quelli non più particolarmente giovani come me si ricorderanno la scoperta dei sedili ribaltabili: una nuova atmosfera fatta di respiri affannosi, sudore e vetri appannati e spesso con l'autoradio che sparava a tutto volume la nostra musica preferita proveniente dal nastro magnetico, si dispiegava in tutta la sua prepotenza passionale. Vedendo la copertina e leggendo soprattutto il titolo di questo cd mi è balzata subito alla mente quel rorido sapore di un amore fatto alla boia di un giuda parafrasando un ben noto cantautore appenninico.
Il pronipote del famoso pastore protestante, oltre alle performance che rende nella band cult britannica dei Tygers Of Pan Tang, ci omaggia qui delle proprie prestazioni vocali sempre efficaci, notevoli ed in linea con le dinamiche musicali della band.
Un ottimo esordio marcato da un Hard Rock da didattica, da tema in classe, da maturità, da seguire e leggere per capire quella scena losangelina alla quale si appiccicavano i nostri sogni e le nostre fantasie un po' umide di adolescenti implumi.
Come aperitivo abbiamo un avvio leggermente in sordina con "Love Under Fire" ed il suo accenno alla sofferenza ed alle pene derivantesi dal grande mare oscuro rispondente a Amore. Fra Dokken e Kiss (con qualche cupa variante verso i Black Sabbath) la band cerca di dispiegare ulteriormente la tematica accennata pocanzi in "I'm Not Your Enemy", una canzone che vorrebbe essere una ballad ma che fortunatamente non ne ha propriamente le caratteristiche classiche.
Una edit radio è la seguente "Bullets For You" molto american way nel fraseggio della chitarra.
La quarta e la quinta traccia sono musicalmente corrette ed ammiccano tanto ai Poison soprattutto quelli a metà degli anni 90 del secolo scorso, una buona base per le liriche e per le interpretazioni della potente ugola di Meille.
Molto ariosa "Life's Too Short To Feel Old" una song che getta i ricordi alla figura sardonica di Roth ai tempi, musicalmente parlando, di 'Skyscraper'. Il messaggio, per inciso, è assai condivisibile facendo i dovuti distinguo del caso...
Sulla stessa scia la settima canzone il cui intro non può non far ricordare l'inizio del video di 'Yankee Rose' ed il monologo in classe del professore di 'I Wanna Rock'. Grandi!
Una ballad insolita è "Cry For Love" non particolarmente melensa ma anzi quasi ansiogena nel ricordare nel suo refrain spazi sconfinati dove ci si può perdere nella memoria di passati amori. Monelli questi ragazzi che sottolineano il fatto che se non apprezzassimo il loro lavoro possiamo tranquillamente posare le nostre labbra dove solitamente non batte il sole ("Kiss My Ass" è lì pronta per voi). Mi aspettavo, per il gran finale, il classico lento strappa mutande, ed invece mi trovo di fronte ad un bel pezzo di classico Hard Rock granitico rispondente agli stilemi gettati a suo tempo durante gli anni 80, song che vede impegnato il nostro cantante in sollazzi e frizzi che sembrano prenderci in giro, cantando in modo eccelso: sembra che ci inviti a posare fiasco e microfono e ad accomodarci ad ascoltare come si esegue un vocalizzo.
Leonardo Tomei