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Torino

BE THE WOLF - Torino
(2020 - Scarlet Records)voto:
Come faccio ogni qualvolta che mi accingo ad ascoltare un cd per recensirlo, leggo prima la biografia della band. Ebbene si scopre che il trio (composto da Paul Canetti batteria, Federico Mondelli voce e chitarra, Marco Verdone al basso) ha alle spalle una carriera che dura da circa dieci anni e che questo full length rappresenta la loro quarta fatica in studio. Dal moniker della band, dal logo e dal disegno in copertina mi aspettavo tutta un'altra musica da quella qui presentata. Provengono da Torino ed i tre asseriscono che la città piemontese, avendo una sua unicità, segna per sempre lasciando un'ombra nera all'interno di noi (o all'interno delle nostre anime, se preferite una visione tendenzialmente filosofica); per questo fatto mi aspettavo una distruzione sonora abissale, cupa e tetra, un viaggio nei baratri infernali delle nostre vite ordinarie, piatte e noiose.
Ed invece nulla di tutto questo. Ho ascoltato un cd molto semplice, volendo anche spontaneo, lineare, non complesso nelle strutture armoniche e, musicalmente parlando, ho prestato attenzione a dieci composizioni molto positive e solari. Ma andiamo con ordine.
Si parte con i primi due pezzi che richiamano a quei gruppi new millenium che si rifanno alle sonorità tipiche per esempio dei Maroon 5: vi sono delle brevissime aperture e digressioni a suoni tendenti ad una atmosfera che vagamente si può collegare ad una chitarra metal distorta, storicamente intesa.
La terza traccia si può avvicinare per struttura, linea del cantato e passaggi di chitarra a gruppi come Linking Park oppure 30 Seconds To Mars, quindi capite la direzione che hanno dato in fase compositiva al pezzo.
Si ritorna a ritmi e toni decisamente più pacati, se vogliamo ricercati, in "Teenage Mutants" che ci riporta a quella band già citata capace di vendere più di 120 milioni di copie in tutto il mondo.
Si oscilla nei pezzi successivi a richiami decadenti, romantici verso gruppi come Placebo, Killers o, per certi versi, con delle divagazioni sui temi generali verso una band del tipo Breaking Benjamin.
Da menzionare "Cinnamon", canzone che mi ha ricordato i Red Hot Chili Peppers (quelli più recenti, quelli con delle derive evidenti verso una commercializzazione della produzione) per l'incedere del pezzo stesso e per il sincrono chitarra - rullante della batteria. Anche la linea del cantato, decisamente molto melodica e pulita, ricorda quella eseguita negli ultimi periodi da Anthony Kieds.
La song che chiude questo "Torino", soprattutto nelle strofe, mi ricorda tantissimo un brano di Vasco Rossi ("Manifesto Futurista Della Nuova Umanità"), con tanto di stacco, strofe - ritornello, molto simile.
In definitiva un cd che ha poco a che a fare con quel Heavy Metal tramandato dai padri e difeso a spada tratta dai puristi; dieci pezzi molto politicamente corretti e con una durata in timing di ogni singolo pezzo che potrebbe essere presentata come radio version.
Leonardo Tomei