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Truth In Unity

CHRIS CATENA'S ROCK CITY TRIBE - Truth In Unity
(2020 - Grooveyard Records)voto:
Un disco suonato bene, presentato ottimamente con dei pezzi immediati, notevoli e di godibilissima qualità. Un cantante che, sì paga qualcosa a livello timbrico vocale ad un calibro come quello di Hughes, ma che ha dalla sua una padronanza delle propri corde che ben si adatta a questo genere musicale. Tanti sono i pezzi ma il materiale qui proposto non si perde certo nella quantià ed anzi le peculiarità stilistiche rimangono bene definite e nette e vengono rimarcate oltremodo dalla capacità degli eccelsi musicisti qui ospitati. Una selva di nomi fra i quali in questo cd troviamo Paul Shortino che duetta col nostro singer, possiamo scorgere alternarsi agli assoli ed alla ritmiche la chitarra del mai domo Tracii Guns oppure quella di un mai dimenticato Kee Marcello; a pestare le pelli invece, con mio grande piacere, trovo fra gli altri un certo Carmine Appice.
Un Hard Rock veramente di classe che ogni tanto strizza l'occhio anche ad un elevato Aor per sconfinare talvolta in un Blues Rock sanguigno.
La voce c'è e che voce: potente, melodica, presente, fiera, ferma. Tutto bello in questo cd, ma badate bene non si tratta certo di captatio benevolentiae. Non ce ne sarebbe proprio bisogno perchè qui al di là di schemi che potrebbero appiattire la visione globale di qualcuno di noi, ebbene ci troviamo di fronte ad un concetto che oggettivamente rimanda ad una essenza ontologicamente ed esteticamente apprezzabile, una teroia che nella pratica si palesa tramite una esecuzione di notevole buon gusto ed abilità. Solo i fuoriclasse possono permettersi divagazioni sul tema centrale evitando allo stesso momento pacchiane rappresentazioni di un qualcosa che è sfuggito dal controllo dello stesso input iniziale: è il caso di "Get Ready" un mid time con atmosfere pseudo Country per cavalcate verso apparenti infiniti deserti. Elogiabile anche "Still A Fool" dove un certo glamour settantiano di matrice purpleiana lascia assaporare un retrogusto vocalistico coverdeliano. Gustoso il Blues Rock di "Living Wreck" che ricorda il defunto Jeff Healey per certi passaggi molto solari ed energici.
Non voglio aggiungere altro a quello che ho scritto per non rovinarvi la sorpresa di questo lussurioso album (perchè in realtà ci sarebbe da citare e commentare altre tracce veramente superiori alla media) ma non posso non sottolineare la bellezza infinita della track conclusiva. Undici minuti di passione pura dove una chitarra con una dosatissima distorsione accompagna una voce sofferente e trasognante allo stesso tempo. Una decisa cadenza, quasi maideniana, rimarca il momento del ritornello per poi fare ritorno al soggetto iniziale. L'assolo è per gli appassionati delle sonorità che conducono su strade americane che corrono sotto il sole nel bel mezzo del nulla.
Per gli amanti della buona musica, suonata con la tecnica ma evitando di dimenticare anche il cuore, ebbene questi 15 pezzi sono tutti lì pronti per voi.
Leonardo Tomei