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Hung, Drawn and Quartered

TrackList
- Elmer the Exhumer
- Enthroned in Repulsion
- Leechlord
- Flesh of a Sick Virgin
- The Stake Crawlers
- Undead Awake
- Heretic Consume the Deacesed
- Morgue Feast
NATRON - Hung, Drawn and Quartered
(2021 - Time To Kill Records)voto:
Non hanno bisogno di presentazioni gli storici death metallers Natron, che ristampano il loro debut del 1997 tramite la Time to Kill.
Il loro nome si lega alla storia del death metal italiano, il disco è rimasterizzato da Marco Mastrobuono (HOUR OF PENANCE, INNO), e riprodotta sotto forma di Vinile.
Riascoltandolo mi sembra di tornare ragazzo d'improvviso, a cominciare dall'opener 'Elmer the Exhumer', brutalissima con quegli stop and go che alla fine degli anni 90 eran un must per ogni band death metal. I rallentamenti improvvisi si alternano al ritmo da pogo brutale live, una vera goduria per gli amanti del metal più estremo.
Con 'Enthroned in Repulsion' si va avanti senza compromessi, nel tritacarne sonoro che rappresenta la band da anni. La voce gutturale, il muro sonoro che ti investe, quel secondo di silenzio in cui si sente il basso fare il tanto agognato giro che serve solo per spezzare l'onda d'urto per poi ripartire più feroci di prima.
'Leechlord' ha un tempo complicatissimo iniziale che denota quanto la band sia abile con i propri strumenti, una sezione ritmica devastante con le chitarre che si fanno ben sentire. I Natron hanno il loro segno riconoscibile nella brutalità e 'Flash of a Sick Virgin' e la successiva 'The Stake Crawlers' ne sono il chiaro esempio, senza compromessi e diretti come non mai. Segno che riescono anche in tempi meno sostenuti a rendere al massimo, come in 'Undead Awake', in cui la maestria ritmica è abbinata a variazioni di metronomo significative, che non passano inosservata ai musicisti.
Una chtarra oscura è il tema di 'Heretics Consume the Deceased', breve strumentale dai suoni tormentati che prelude a 'Morgue Feast', senza fronzoli e devastante. Anche in questo brano un tempo da mosh improvviso divide in due la composizione.
Siamo giunti al termine di questo disco di culto, che ha 24 anni e non li dimostra, dato che il brutal odierno, a parte avere una batteria molto digitale, non si discosta dagli stilemi che band del genere hanno tracciato precedentemente.
Alex G