Ricerca
Contattaci
Per segnalare concerti o richiederci una recensione delle vostre band, scriveteci compilando il modulo in questa pagina
Accesso utente
Chi è on-line
Riahpstvrt

TrackList
- Epidermide
- Hollow
- Riahpstvrt
RIAH/POSTVORTA - Riahpstvrt
(2021 - Moment Of Collapse Records, Shove Records, Fresh Outbreak Records, Trepanation Recordings )voto:
Che tutti abbiamo fatto i conti con il freno che la pandemia ha messo alle nostre vite, in modi diversi e in maniera più o meno intensa, è ormai scontato. Il settore che probabilmente ha sofferto le limitazioni e le restrizioni di isolamento e il lockdown più di altri è stato quello artistico, privato del suo pubblico in nome della sicurezza e del benessere comune.
Paradossalmente però è proprio l’arte in tutte le sue forme ad aver tenuto compagnia a quelli che si sono trovati a vivere lunghi mesi in cui non era possibile fare altro, e ciò ha spinto numerosi artisti a reinventarsi e a produrre materiale privatamente, in silenzio, spesso facendosi poca o nessuna promozione troppo in anticipo. ‘Riahpstvrt’ è uno degli esempi lampanti di cosa succede quando si ha voglia di esprimersi in musica, magari riversando la propria frustrazione e rabbia in una sequenza di note che piano piano prende forma, durante quello che forse è uni dei periodi più psicologicamente e moralmente difficili che molti tra i miei coetanei ricordano.
Ricordo con molto piacere i Postvorta, band post-metal di Ravenna il cui ottimo ‘Porrima’ è finito nella mia personale lista di dischi del 2020, per cui sapere di poter avere a che fare con loro ancora una volta è davvero un privilegio, soprattutto perché mi piace davvero tanto ascoltare musica che mi faccia fisicamente e mentalmente del male come si deve. Dei bolognesi Riah invece, mea culpa, non sapevo nulla e mi sono approcciata a loro e al loro post-rock con estrema curiosità.
Il contenuto di questo articolo è chiaro ma è bene ribadire il concetto: abbiamo a che fare con uno split frutto della collaborazione tra due gruppi di amici di vecchia data, che si presentano qui in tre tracce. Ai Riah tocca la prima, “Epidermide”, un muro sonoro privo di voce ma arricchito in compenso di ben tre chitarre, qui messe alla prova per la prima volta tutte insieme. Leggo che quando la band è stata formata erano presenti solo una chitarra e la batteria, per cui immagino che il sound dei Riah sia cambiato molto nel corso degli anni e ciò non fa che aumentare la mia curiosità verso ciò che è stato in precedenza.
“Epidermide” attraversa in sei minuti più fasi, accogliendoci con un cadenzatissimo groove di batteria, passando per accordi più intensi fino a sfociare in una sognante atmosfera fatta di una ricchissima sequenza di arpeggi (tre chitarre, ricordiamolo ancora una volta).
Seguono i Postvorta con “Hollow”, in pratica una secchiata d’acqua gelida dopo gli accordi conclusivi del brano precedente. Chitarre acidissime, post-metal di eccellente fattura arricchito da una voce carica di disperazione. Non mi sarei aspettata assolutamente niente di meno dai Postvorta, sembra di annegare in un mare di male ed è meraviglioso. I ritmi sono rigidi e scanditi, qua e là compaiono splendide dissonanze: undici minuti e spicci in cui sembra di cadere nel vuoto.
Il brano conclusivo è la summa della collaborazione di Riah e Postvorta, una title track della rispettabilissima durata di sedici minuti in cui questi musicisti, ma prima ancora amici, uniscono le forze. Elementi ancora una volta onirici si fondono a passaggi quasi drone, creando un contrasto dal sapore apocalittico in cui anche gli accordi e gli arpeggi più dolci sono conditi dalla sensazione che qualcosa stia per esplodere e moriremo tutti. In effetti basta aspettare metà brano ed arriva, puntuale, la voce, che ci accompagna in una transizione che si fa sempre più cruda ma in maniera impercettibile: la differenza tra le note iniziali e ciò che ci attende verso la fine è palese ma noi, immersi in questo fluido sonoro che si evolve in maniera del tutto naturale, potremmo persino non notarlo.
Il mix di elementi più e meno crudi si interrompe all’improvviso e, dopo una breve pausa, veniamo abbandonati a due minuti finali fatti di quegli stessi asfissianti passaggi che ci avevano accolti nell’intro. Tutto finisce sfociando nel nulla e nel silenzio.
‘Riahpstvrt’ è uno split che riesce a farti attraversare più stati d’animo in appena mezz’ora: si passa da una sensazione quasi di leggerezza all’ansia di vivere vera e propria. Non so se Postvorta e Riah avessero intenzione di raccontarci la pandemia e il lockdown come l’hanno vissuto loro, ma in un certo senso mi è sembrato di essere lì e di provare tutto ciò che nell’anno passato non ho avuto modo di sperimentare, vivendo fuori dall’Italia in un Paese che ha adottato pochissime misure restrittive. Collaborazioni come questa ci ricordano che a volte essere vivi è difficile, ma ha decisamente i suoi pro, e il fatto che sia riuscita a sproloquiare così tanto su soli tre brani è un grosso indizio a favore dello spessore di ‘Riahpstvrt’.
E. M.