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Raw

TrackList
- Ruins
- Freezing My Bones
- Raw Test Tv Show
- Trouble Maker
- Faces
- Feel The Beat
- Boom
- Stop 'N' Go
- Sexy Girl
- (C'mon) On My Shoulders
- Stuck Him Up
- She Has Gone
- Slam Radio
NICK MANTOAN - Raw
(2021 - Sliptrick Records)voto:
Una recensione per quanto debba essere obiettiva e narrare correttamente i contenuti dell'opera presentata, risente ovviamente anche dell'impatto emotivo che riceve chi scrive la stessa recensione. La musica generalmente intesa può essere vista come espressione di tecnica, facente parte di una certa industria, una forma di arte, di spettacolo, vissuta come divertimento od infine avere rimandi accademici alla cultura dominante di una società.
Tutto ciò dipende dal punto di vista con il quale la sentiamo: ognuno di questi aspetti testè elencati è parimenti motivato ed irrinunciabile. Saper ascoltare la musica, al di là della chiave estetica, significa anche imparare a prenderne le distanze, per capire i meccanismi di produzione del senso e del gusto, e nello stesso tempo sapere che è proprio la distanza dalla quale una immagine sonora proviene a produrre la fascinazione e, in un certo qual modo, a sedurci.
Di fronte a questi tredici pezzi, potremmo anche tentare un doppio approccio: una questione si potrebbe palesare relativamente alla fruizione della musica e soprattutto alla sua funzione, una musica percepita come un fatto estetico oppure come un fatto comunicativo. Esteticamente parlando questo "Raw" non suona male, certamente non apporta cambiamenti nel modo della composizione, non presenta quel quid di innovativo, ma tutto si può dire tranne che sia un prodotto brutto oppure che siano canzoni tirate giù per caso e messe in fretta e furia dentro un cd.
Da un punto di vista comunicativo, e qui entra in gioco la soggettività dello scrivente nel ricevere ed elaborare la performance del giovane artista piemontese, bisogna dire che si percepisce una sorta di stallo dialettico musicale, non c'è fluidità: i pezzi sembra che vivano di vita propria in una logica di autoreferenzialità, come se non volessero gettare un ponte, costruire un legame affettivo con l'ascoltatore. Certamente analizzando un disco si può incorrere in due rischi estremi e contrari: da una parte il desiderio di aderenza al contesto "musica" può fare dell'analisi una parafrasi del contenuto stesso; dall'altra la volontà di dire qualcosa di essenziale espone al rischio di deformare la materia stessa, di forzare l'analisi.
Ma, in ultima analisi, non essendo io nè il Bertoncelli delle penne della critica nel mondo metal, nè ho la preparazione culturale di un Castaldo, penso che le mie semplici elucubrazioni su questo "Raw" abbiano un loro peso specifico e che poco andranno a scalfire le convinzioni di questo ragazzo pieno di talento. Nel lotto complessivo delle tracce non mancano comunque degli episodi di rilievo: "Faces" è una ballad di stampo americano con dei sentori blues e ben cantata; seguono i tre minuti di "Feel The Beat" potente canzone durante la quale Mattia Baricca alla batteria e Filippo Girivetto al basso, con una precisione, puntualità ed energia danno vita ad una interessante sezione ritmica, accompagnando la chitarra del nostro che vuol farci ricordare un certo Zakk Wilde rivisto in salsa moderna. Altro pezzo ben orchestrato è "She Has Gone" dove Mantoan pare abbia ascoltato da poco Corabi: un mid tempo che rivanga quel blues elettrico a la Cinderella, con uno stacco centrale piombato direttamente a casa nostra dagli anni 80
A mio modo di vedere le capacità esistono in lungo e largo, dovrebbero essere messe a disposizione della massima espressione della sfera emotiva.
Leonardo Tomei