Simulacri di Carne. Specchi con la funzione di portale per l’Altrove nonché di ricettacolo delle pratiche rituali, nel carnevale apocalittico  le cui mille maschere si riflettono e si richiamano l’un l’altra, come in un caleidoscopico gioco di specchi.

L'incantesimo profetico.

Come bestie da preda, disperate che inseguono il loro rapitore. Contorti. Incastrati. Come schegge nelle pieghe della carne. La santità delle viscere generata nel grembo della dannazione e semi fertili dell'iniquità nel profondo del cuore iniziano a germogliare e prendere forma.  Selvaggi e liberi e la loro scia segnata dai residui dei loro gemiti  senza nome, attraverso i cancelli della Notte. I corpi mozzati nell’altro, tra venti che ululano per sempre attraverso l'abisso, innalzati a Volontà.

Gli Abissi sono vecchi e senza fine, e c'è più dell'Oscurità in loro. Più di quanto un cuore possa contenere. Più di quanto l'uomo possa imparare. I loro corpi tremanti  raccolgono il frutto della semina e là scorrono i fiumi del loro Essere, fuori dalla vista. In una notte senza fine, tutto quello che non si è mai conosciuto. Tutto ciò che era e deve venire e  tutto ciò che non è mai avvenuto, in quell'abisso ugualmente estinto.

Giuseppe ìDissected' Patella