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Otherside

TrackList
- Desert Sequence
- Desert Way
- Merchant In The Middle
- The Envy
- Woman
- An Old Man Tells
- Otherside
- Pulcinella's Secret
- Charming Rock
- Monday In Blood
- Roughman
- The Great Fear Of The Unknown
- Nude'n'Crude
- The Otherside (Orchestral Version) - bonus track
FALLEN ANGELS - Otherside
(2021 - Andromeda Relix)voto:
Disco peculiare, questo 'Otherside' dei Fallen Angels, uscito lo scorso ottobre per la Andromeda Relix; particolare già dalla copertina, che ha un gusto quasi prog ed è molto interessante ed evocativa; peccato per il font usato per il nome della band, molto convenzionale, che rovina un po' l'atmosfera...
Peculiarità, dicevo: infatti il combo, originariamente dedito a sonorità prettamente hard rock e glam, ha cercato con questo disco di intraprendere una strada diversa, a volte parallela, a volte un po’ più libera, dando ampio respiro alle tracce, nella continua ricerca di una originalità che liberasse il loro sound dalle briglie del genere.
La produzione fa sì che il disco potrebbe essere scambiato per un prodotto pubblicato nei meravigliosi eighties, tanto le sonorità riportano, al primo impatto, a quanto ascoltato in quegli anni. Questo è un po’ il punto di forza di 'Otherside': ti permette un immediato interesse e immedesimazione, rendendo più facile addentrarsi nel concept e così farsi trascinare dove la band vuole.
La produzione, dal canto suo, è molto enfatica, soprattutto per quanto riguarda la chitarra (pure un po’ troppo, in alcuni casi), ma il chitarrista è molto valente e piace sentire gli assoli prodotti, perché dimostrano un gusto e una perizia molto interessante.
Il disco si apre con una lunga intro, fatta di effetti sonori “Desert Sequence”, un codice che ci trascina nel mondo Fallen Angels e che è tutt’uno con la prima traccia effettiva del disco, “Desert Way”, che rappresenta in maniera chiara gli intenti musicali che il gruppo vuole trasmettere: libertà espressiva; che in questo caso si traduce in un rock orientaleggiante che, fuori dalle reminiscenze più immediate, mi ha riportato alla mente i The Mission di Tower Of Strenght, veramente ben fatto.
La successiva “Merchant In The Middle”, all’apparenza più inquadrabile, mantiene sempre alta l’attenzione perché traspare sempre quel più che alza l’interesse e più ancora “The Envy”, vero e proprio inno hard rock, dall’incedere brioso e coinvolgente, una delle tracce top del disco.
La chitarra la fa da padrone in “The Woman” altro pezzo bello energico, mentre c’è un sitar che fa capolino in “An Old Man Tells”, ballad, per certi versi convenzionale, sicuramente candida, la cui pecca principale è il far emergere in maniera un po’ troppo marcata l’accento italiano del cantato in inglese, croce e delizia dei gruppi nostrani dall’inizio dei tempi.
Si ritorna in pista con la sognante title track, “Otherside” che convince, ritornando agli intenti inizialmente espressi: un brano espressivo ed elaborato, rock anticonvenzionale di ampio respiro, con venature progressive e un’orchestrazione trascinante. Questa particolare ricerca musicale continua anche in “Pulcinella’s Secret”, altro brano che mi riporta alla mente Nite Flights, disco mastodontico dei The Walker Brothers, a suo tempo oggetto di ispirazione anche di un certo “Duca Bianco” che ha tutto il nostro sempiterno affetto e inconsolabile rimpianto.
“Charming Rock” passa un po’ in sordina, ma la successiva “Monday In Blood” è da applausi, con il refrain finalmente in italiano (ragazzi osate, osate ancora di più e più spesso!!) che mi ha esaltato veramente.
“Roughman” è un altro grande pezzo, che si permette anche un assolo di sax, tanto per non dare mai niente di scontato, bissato da “The Great Fear Of The Unknown”, brano adulto che non sbaglia una nota, grande prova per la band tutta, che si chiude con un coro fanciullesco evocativo al massimo.
In chiusura (c’è ancora la versione orchestrale di “Otherside” a vero suggello e commiato del lavoro, come bonus track) la veloce e hardeggiante “Nude’n’Crude”, che mi lascia con il sorriso e un’ottima impressione generale.
Un disco di altri tempi, non c’è che dire: ambizioso e genuino allo stesso tempo, a volte innocente, sicuramente coinvolgente, reminiscenza di qualcosa che non esiste più; non tutto funziona alla perfezione (avrei asciugato il disco di alcuni pezzi un po’ superflui), ma comunque è sempre bella e apprezzabile la continua ricerca di qualcosa di differente, che ci allontani da tutto quel piattume autocompiaciuto che spesso, nostro malgrado, ci ammorba le orecchie.
Cristian Angelini