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Roma [Vol. II ]

TrackList
- Lvpa Capitolina/Roma 753 A.E.V.
- Romanvm Regnvm
- Romana Italia
- Clades Gallica
- Carthago
- Spartacvs
- Trivmviratvs II
- Romanvm Imperivm/Satvrnia Regna
HESPERIA - Roma [Vol. II ]
(2021 - Hidden Marly Production)voto:
Torna, carico di rabbia ed epicità, Hesperia, one mand band capitanata dal carismatico Hesperus, che ha fatto della sua carriera una vera e propria missione: il nostro, infatti, dopo aver militato nei Sulphuria (dal 1992 al 1996) sotto il nome di Ritus Tenebrarum, decide di dedicarsi interamente al suo natio progetto del tempo, che tratta interamente della Storia della gloriosa Roma.
E’ vero che in tanti lo hanno fatto, e in tanti continueranno a farlo, su Hesperus, tuttavia, possiamo tranquillamente dire che c’è tantissima personalità, nello stile e nell’esecuzione.
Il nostro, infatti, predilige il più delle volte il cantato (e la pronuncia) in lingua latina, talvolta italiana e raramente inglese, proponendo un black con elementi sinfonici e folkloristici dell’epoca, con tanto di intermezzi che fanno tanto pensare alla colonna sonora.
Già ospite su Italia di Metallo con i suoi 'Metallvm Italicvm' e 'Caesar [Roma Vol.I]', Hesperus continua la sua interminabile saga con questo 'Roma Vol. II', che tratta di episodi simbolici, tra ribellioni, tribolazioni e conquiste, legate alla lunga e sanguinosa Storia dell’Impero Romano. Che apra l’arena, dunque.
Come un musical immerso nell’etereo, si apre ‘Lvpa Capitolina-Roma 753 A.E.V.’ , che ci guida attraverso la fondazione di Roma, tra pianti infantili, ululati simbolici, atmosfere da sound track, e una narrazione prettamente latina. Dopo 4 minuti di intro ben congegnata, le chitarre ruggiscono, la batteria incalza, e la canzone, di fatto, inizia, proponendo strofe di black marciante che mi ricordano molto i Bathory di Blood Fire Death (!), nello specifico A Fine Day to die.
Dieci minuti volati, devo dire, in un brano che definire molto vario è quasi riduttivo.
Venti di guerra aprono ‘Romanvm Regnvm’, composizione più aggressiva che abbraccia un ritmo ora tempestoso, ora adagio e rilassante, ora imponente. Il cantato varia da uno scream irato, ma non acuto, a note baritonali durante gli intermezzi più solenni.
Si torna ad un black caotico con ‘Romana Italia’, le cui taglienti chitarre sono accompagnate da una tastiera a tratti apocalittica, e ove il nostro passa tranquillamente da atmosfere suggestive a sfuriate senza pietà, che comunicano la spietata marcia di Roma alla conquista dell’Italia, contro i popoli italici.
Passiamo, ora, a ‘Clades Gallica’, una strumentale che ci “narra”, tra le altre cose, della nascita del celebre detto Vae Victis: pare essere parte di un episodio legato al sacco di Roma per mano dei Galli che gli invasori pronunciarono con sprezzo, in segno di arroganza.
Il brano propone, ancora, atmosfere prodotte da strumenti d’epoca (mi pare di ricordare che sia un altro tratto di Hesperus, quello di proporre l’uso di strumenti tipici di quel secolo) che lentamente mutano, fino a tramutarsi in un ritmo furioso, melodico, appassionato, quasi ballabile.
Atterrisce l’epicità di ‘Carthago’, che dopo averci steso con una intro da colonna sonora, intercambia sezioni che strizzano l’occhio ad un black molto classicheggiante (si pensi ai Marduk di Plague Angel) fino a ponti strumentali con suoni di lotta che fanno da prologo all’ineluttabile destino subito dalla città di Cartagine.
Passiamo, ora, a ‘Spartacvs’, il brano certamente più diretto e orecchiabile del lotto: anticipato da una marcia inesorabile, il brano narra del Gladiatore Spartaco, e si fa forte di un cantato molto più leggero, e un ritornello che è praticamente un inno cantabile dall’ascoltatore. Un buon ponte che ci conduce nuovamente a composizioni meno orecchiabili ma ugualmente maestose:‘Trivmviratvs II’ ci propone, infatti, una gustosa minestra dove rabbia e melodia si muovono in un mix riuscito e variegato, una narrazione a volo di uccello su altri anni decisivi, dalla nascita del Secondo Triumvirato, fino alla guerra mossa da Ottaviano contro l’Egitto di Cleopatra.
A chiudere le danze è ‘Romanvm Imperivm-Satvrnia Regna’, chiusura lunga e magistrale che ha il dono di saper coinvolgere con un ritmo incalzante e una struttura sempre mutevole.
Sono decisamente compiaciuto da quest’ultima fatica di Hesperus, e qualora la recensione non fosse chiara abbastanza, approfitto per essere un po’ più diretto: se amate il black atmosferico aggressivo e finemente composto, con richiami orchestrali e sfuriate tipiche del black ottantiano, potreste dare una possibilità a questo 'Roma Vol. II' , un lavoro brutale, ma anche delicato, composto con attenzione al dettaglio e tantissima passione.
Rimarco parzialmente le parole che usai per una recensione che scrissi qui, su Italia Di Metallo, relativamente ad un suo vecchio lavoro, 'Metallvm Italicvm': il settore di Hesperus è molto chiaro, e se siete degli amanti del “classico”, potreste trovarlo, sorprendentemente, sia familiare che inusuale. Più di un ascolto, tuttavia, potrebbe fare una decisiva differenza.
Francesco Longo



