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Ancient Tales

CRYSTAL SKULL - Ancient Tales
(2020 - Underground Symphony Records)voto:
Devo essere sincero scrivendo di questa band made in Italy, precisamente made in Gorizia, fondata dal chitarrista Claudio Livera “The Reaper” non mi sarei aspettato questo risultato.
Questo album potremmo definirlo: “progetto di un solo uomo”, in quanto “The Reaper” ha dato sfogo alla sua creatività e credo proprio che ci sia riuscito alla grande, centrando in pieno con questo album Epic-Power Metal.
Un album che tecnicamente è sensazionale ma come la maggior parte dei progetti creati da un solo uomo, presentano alcune lacune.
Andiamo a scoprirlo insieme questo lavoro di enorme potenziale ma con piccoli limiti che possono essere superati con la registrazione del secondo lavoro, peraltro già in cantiere con un nuovo batterista.
Claudio decide di aprire l’album con un pezzo molto interessante, che sembra un intro, di poco più di 2 minuti con un testo parlato e molto interessante. Ricorda molto “Legion” degli Hammerfall dove i primi due minuti circa, fanno da intro alla canzone ed invece in questa sembra che “The Reaper” abbia deciso di lasciarla come traccia non collegata alla seconda. Lascia un po’ di amaro in bocca ma un preannuncia a cosa andremo in contro.
Proseguiamo incontrando “The Land of the Dead”, un titolo classico, soprattutto nel metal epico ma in questa prima vera traccia dell’album, possiamo goderci la bravura e la personalità di questo gruppo. Ascoltando più volte ci accorgiamo che forse, con un’altra tonalità di voce, il tutto sarebbe stato veramente grandioso e potente.
“Stormaxe”, la terza canzone, ha un testo che scorre bene su questa musica speed metal ma che lascia anche spazio a note epiche e ben strutturate. Cori del ritornello ben fatti e che rafforzano l’attimo ma che purtroppo sfugge via con le note vocali nel resto del testo.
Sempre più curioso di ascoltare questo album, mi addentro alla quarta traccia che inizia facendoti sognare come nelle migliori storie… e subito carica una forza nella musica con una batteria che la fa da padrona, la chitarra entra sempre al momento giusto, arricchendo ciò che si ascolta. Sempre il solito problema: la voce.
In “Tears of the Night” la chitarra apre questo brano, che si riporta agli altri precedenti. Ottima la batteria ad un ritmo elevato; sempre in stile epico il cantato ma che pecca nella tonalità.
“The Eyes” crea una forza devastante che senti uscire fuori, dall’inizio alla fine; chitarra e batteria vanno a braccetto dando una carica super, oltre le aspettative. Questo brano spezza un momento in cui a metà dell’opera si rischiava di diventare monotoni e noiosi.
Ed eccoci che ci incamminiamo verso la fine ma il passo non molla assolutamente, un passo costante che ci fa arrivare sino a “Die by my Axe”. Anch’essa spicca molto il rullante della batteria, accompagnato dalla solita chitarra. Torniamo al power metal come nota costante con ancora questa voce e cori che invece vogliono essere leggendari ma sono sempre in secondo piano.
“The Last King”, come da titolo, fa intuire la fine dell’album. La traccia è molto bella e interessante perché riesce ad avere un mix, ben fatto di generi metal. Chitarra heavy, batteria heavy che si trasforma in power. Una piacevole sorpresa che vorremmo non finisse mai.
E proprio adesso che pensiamo che l’EP sia finito, dopo 8 tracce importanti, ecco che inizia “Lake of Dream”. Claudio “The Reaper” sembra che abbia voluto creare una traccia che chiuda l’album in relax, e ad essere sinceri c’è riuscito. Bellissimo accostamento di chitarra con la batteria e bellissimo il testo, con un finale che ci lascia in sospeso.
Questo è un album con personalità e arrangiato benissimo, con canzoni degne di potersi creare uno spazio significativo nel metal italiano, ma anche in quello internazionale. Purtroppo una pecca che lascia l’album dove si trova adesso è proprio la voce.
Per un album di questo genere, con questa musica e riff leggendari e potenti, si richiede una voce che possa essere all’altezza e si faccia valere. Del resto non si può essere perfetti in tutto.
La fine di 'Anciet Tales' mi lascia in sospeso sull’amaca a dondolarmi, aspettando con ansia il secondo album che lasci intendere una musica ancora più bella, con la speranza di trovare una vocalità che renda omaggio alle sonorità pregiate.
Fefo Wylde