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Black Cowslip

RABID DOGS - Black Cowslip
(2022 - Time To Kill Records)voto:
L’ascolto e la successiva recensione di questo lavoro arrivano proprio nel momento adatto, perché sentivo proprio la necessità di scaricare rabbia e tensione accumulate in questo maledetto mese…
Dieci fottutissimi brani in poco più di trenta minuti di durata, rappresentano il ritorno sulle scene dei “Cani Rabbiosi” abruzzesi che, pur partendo da una base grindcore, ci regalano un album pieno di dannato rock ‘n’ roll dalle venature punk e thrash…
Senza dover scomodare il Godfather del rock e del metal, è come se si sentisse la band londinese più dissacrante di sempre, messo a lucido lo Snaggletooth, tornare a mettere a soqquadro la monotonia di questi ultimi anni…
Se le influenze musicali arrivano persino a toccare il blues, fondendolo con lo stoner, a livello lirico/concettuale, il trio proveniente dall’area teatina, pesca a piene mani, sin dal moniker (è il titolo di un thriller che il grandissimo Mario Bava diresse a metà anni ’70), nella cinematografia italiana che rese celebri generi quali lo spaghetti western, il poliziottesco ed il “ceffoni a tutto spiano” del duo Spencer/Hill…
Non ho i testi a disposizione in questa copia digitale, ma il cantato è abbastanza comprensibile e vi invito, visti anche gli aiuti di riferimento che vi ho dato, ad individuare tutte le citazioni qui contenute.
Sezione ritmica granitica, batteria puntuale ed un basso che emerge spesso sugli altri strumenti, chitarra sempre interessante senza mai strafare ed una voce che grida tutta la rabbia possibile e che è sempre capace di coinvolgerti…insomma, un gran bel ritorno che, mi auguro, abbia il consenso che merita!
Un disco così è veramente adatto ad ogni momento della giornata, sia che siate in camera e vi assale la voglia di spaccar tutto, sia che siate in macchina a macinar chilometri…fatelo vostro e…non arrestate la vostra corsa, qualunque ostacolo si pari dinnanzi al vostro cammino…
Ultima nota, anzi due, bello l’assolo che non ti aspetti, su “Angel Face”, così come l’onirica e quasi psichedelica copertina…
Francesco 'Yggdrasill' Fallico