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Condemned To Flames

TrackList
- Whispers In The Darkness
- Reality
- My Moon
- Condemned To Flames
- Nessun'Alba
- Liquid Specter
LETA - Condemned To Flames
(2021 - Autoproduzione)voto:
Il doom è una creatura proteiforme e alchemica, immersa nel brodo primordiale sabbathiano, implacabilmente immota, composta da fumi lisergici, oscurità e zolfo. Questa miscela, che può variare nella concentrazione dei propri componenti, è sempre stata vincente e, chi più, chi meno, è sempre stato in grado di dire la sua e prepararne il proprio distillato.
Anche i nostri LETA, stregoni pugliesi, sono qui a proporci la loro ricetta e a dire la loro su un genere “ostico e agnostico”, in cui il rischio di standardizzazione è comunque sempre dietro l’angolo.
La band, di recente formazione (2016), è formata da veterani del genere: Ilario Suppressa alla chitarra (Muffx, Hopesend, ex-Impero delle Ombre, ex-Witchfield), Gabriele Tarantino al basso e Damiano Rielli alla batteria (Ghost of Mary, ex-Burning Seas) ai quali si affianca l’anno successivo il cantante Giacomo "James" Albanese (Serial Vice): quadratura del cerchio grazie al quale il combo inizia la scrittura dei brani presenti in questo Condemned To Flames.
La matrice monolitica del loro sound è mitigata da rapidi accenni blueseggianti e/o psichedelici che aggiungono un pizzico di sapore stoner ad alcuni passaggi e i suoni belli grassi e rotondi premiano le canzoni con una dinamicità mai ridondante. La potente voce del buon James Albanese è un valore aggiunto e mi ha positivamente ricordato in alcuni casi quella di Janne Christofferson dei Grand Magus.
I brani proposti sono in totale sei e le tematiche affrontate sono classiche storie dell’orrore, del mistero e sinistri racconti popolari: il monicker del gruppo, deriva proprio da una oscura leggenda pugliese, la triste storia della “Signura Leta”, arsa viva dai fratelli che ritorna come fantasma a terrorizzare i malcapitati che si aggirino di notte tra le case abbandonate della campagna salentina, come splendidamente narrato nella title track “Condemned To Flames”, brano alla “Down”, quasi brioso, bluesy e con un solo di organo Hammond suonato da Gabriele “Leslie” Saracino che ci sta a pennello.
Numericamente pochi brani dicevo, per un totale di quasi un’ora però, durata impreziosita da una traccia cantata in italiano (“Nessun Alba”) che ritengo la migliore del lotto proprio per il sapore che la nostra lingua dà all’atmosfera del pezzo, una lunga cavalcata di quasi 10 minuti che si conclude con un lungo assolo di Mirco Minosa, uno dei tanti ospiti che ha contribuito ad impreziosire questo disco.
Apre le danze invece la classica “Whispers In The Darkness”, prima canzone composta dai LETA qui risuonata per l’occasione, pezzo lento e inesorabile, seguito dalla lunga “Reality”, brano eterogeneo con continui cambi di atmosfera, quasi una lunga jam nella quale saltano fuori le percussioni del guest Tiberio Pati, a rendere alcuni passaggi ancora più di effetto.
Altri ospiti di spessore sono i fratelli Cardellino dell’Impero Delle Ombre nella successiva “My Moon”, pezzo carico di pathos, in cui ritornano anche le tastiere di Saracino, brano che fa da cesura tra la prima parte del disco e la seconda, con le già citate “Condemned To Flames” e “Nessuna Alba”.
Il finale è di tutta atmosfera, con l’incedere sognante e progressivo di “Liquid Specter”, pezzo sofferto che ha un eco zeppeliniano e un assolo fiume finale merito dell’ennesimo ospite illustre, il polistrumentista e compositore Luigi Bruno (Muffx).
Bravi tutti, prova convincente: il doom fatto così mi piace.