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Black Heart

DEVICIOUS - Black Heart
(2022 - Pride & Joy Music)voto:
Quattro dischi in cinque anni sono quelli che hanno prodotto i DeVicious, combo internazionale composto da musicisti di base in Germania ma provenienti da Spagna, Serbia e Italia. Purtroppo la componente tricolore, rappresentata dal bravissimo Antonio Calanna alla voce, dopo questo disco e qualche data live, è uscito dalla band e ce ne dispiace moltissimo. Al suo posto subentra Baol Bardot Bulsara (TNT), che qui troviamo insieme a Michael Bormann (ex Jaded Heart e molti altri) alle addictional vocals.
Di loro vi avevo già parlato in termini entusiastici già dal precedente 'Phase Three' e devo dire che in questo nuovo 'Black Heart' non solo si confermano ma vanno anche oltre dimostrando tutte le loro doti, titando fuori dal cilindro un disco con i controcazzi! Sgargiante e maturo quanto basta per definirli una delle band migliori al mondo per il genere hard rock melodico e non solo, vista la grinta esponenziale che esce dalle varie song come nell'iniziale 'Afterlife', vera botta di adrenalina in salsa de-luxe.
'Black Heart' è un disco che vi conquisterà ascolto dopo ascolto, più sarà nel vostro lettore e più lo vorrete ascoltare. Dicevo di 'Afterlife' botta di adrenalina per la potenza ce sprigiona in un tappeto sonoro di melodie e cori facilmente recepibili, il nostro Antonio cavalca la musica producendosi in vocalizzi degni dei grandi singer. 'Heroines' è la prima delle tre tracce che faranno da colonna sonora ad una serie a fumetti creata dalla band stessa, in particolare dal leader Alex Frey (compositore e bassista) dal titolo 'Dollhouse DV', di cui l'artwork del disco, molto bello, è parte integrante. Di per se la song è molto ben strutturata con accenni al limite del prog, chitarre sempre al lavoro macinando riff su riff (Radivoj Petrovic) insieme al tappeto sonoro creato dalle tastiere di Dennis Kunz, entrami si muovo all'unisono creando un impatto gigantesco per muoversi in territori più marcati rispetto aloro classico hard rock.
'A Special Mind' accenna a sonorità eighties per poi aumentare e deviare il peso del suono verso binari più festosamente hard rock, il solo di Petrovic è una delizia, melodia e robustezza si intersecano dando vita ad una song di spessore.
Con 'Liar' ci avventuriamo in un classic rock dalle tinte a tratti fosche ma non meno avvincenti, la voce è sempre sugli scudi, il drumming di Lars Nippa è travolgente, in coppia col basso di Frey fanno sfracelli. Tutto il comparto musicale funziona alla perfezione, il chorus si appiccica in testa e non se ne va, una delle tante potenziali hit single di questo album anche se va a chiudersi in modo un po' brusco.
La title track, anch'essa facente parte della soundtrack di 'Dollhouse DV', è un ponte di mezzo nell'album, il suo chorus ossessivo compulsivo colpisce a fondo in una struttura di valido hard rock molto ritmato in cui alcuni passaggi delle tastiere riportano a certo pop tedesco anni 80.
Tastiere che ritroviamo in apertura di 'Not What It Seems', qui la parte melodica anche nel cantato sembra prendere il controllo, ma quando si pensa che si sfoci in una classica rock ballad i DeVicious sterzano mantenendo binari prettamente rock verso un AOR più evoluto. Inizio tribale quello di 'Welcome The Night' ove il basso di Frey guida la sua truppa che interviene man mano a partire da Nippa e via a seguire. non il miglior brano del disco ma sempre su grandi livelli.
'After Midnight' sposta il tiro su di un heavy rock tagliente nella pura tradizione teutonica, per i metallari più intransigenti sarà sicuramente una panacea, anche se l'apporto delle tastiere non manca, è la parte basso batteria che controlla la situazione producendo suoni pesanti e sferzanti.
Di 'Falling' che possiamo dire? Pezzo di rock melodico senza nessuna sbavatura, cantabile, orecchiabile, coro che conquista, insomma uno di quelle canzoni che fanno la differenza tra chi le sa comporre e chi no. Bravi.
Arriviamo alla fine, anche se nella versione originale vi sono due bonus track che purtroppo il press kit non riporta, 'Miles Away' conferma l'ottima fattura complessiva di 'Black Heart', altra song che entra in testa e completa il percorso di un disco che porta ancora avanti i DeVicious verso una carriera brillante.
Rispetto a 'Phase Three' c'è maggiore ricerca sonora esplorando anche lidi più complessi, ma la matrice imposta da Frey alla sua band è davvero buona. Complimenti ai DeVicious e auguri per il loro futuro e al contempo un in bocca al lupo per Antonio e le sue nuove avventure musicali.
Klaus Petrovic