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Awakening

FYRNIR - Awakening
(2022 - Autoprodotto)voto:
Eon e Jarnsioa alle chitarre, Sjel alla voce, Atlas al basso e Hephaistos alla batteria sono i Fyrnir, gruppo norvegese proveniente da Haugesund, ridente cittadina che si affaccia sul Mare del Nord… oddio forse sto facendo un po’ di confusione… forse ad Haugesund sono nati gli Enslaved… e la formazione mi sembrava diversa… Avellino?... mi state dicendo che questi 5 ragazzotti sono della luminosa e soleggiata Campania?
Ascoltiamo l’opener 'Hljod' e vi sembra forse di essere in Irpinia o in un nebbioso fiordo scandinavo? Sulle furiose note di ‘Fortunale’ (cantata in italiano!) vi viene forse voglia di indossare la ‘Pacchiana’ di Montecalvo Irpino o la cotta di maglia da battaglia di Ragnar?
Facciamo un po’ di ordine e partiamo dalle conclusioni di una recensione che si rispetti: questo album, ‘Awakening’, è bellissimo, da ascoltare assolutamente. I temi trattati, ovviamente, hanno il denominatore comune nella mitologia, da quella scandinava, passando per quella germanica fino alla greco-mediterranea, in un intreccio ragionato che non stona affatto. Se pensiamo che è anche autoprodotto, senza una qualsiasi etichetta di supporto, potremmo anche gridare al miracolo.
I suoni, per cercare il pelo nell’uovo, sono forse più adatti all’heavy metal che al Death ma tutto questo rende la proposta molto moderna. Ho parlato di Death perché i Fyrnir stessi si definiscono ‘Atmospheric Death Metal’: personalmente ci sento tanto Black/Viking (non a caso ho citato gli Enslaved) con quel quid di Progressive che ormai è diventato come il prezzemolo, si trova dappertutto; l’ascolto di ‘Lycantropia’, il lungo pezzo alla fine dell’album, vale il prezzo del biglietto, per l’equilibrato alternarsi di splendide parti melodiche e veloci stacchi epici.
‘Hate and Betrayal’, ‘Slahan’ ma soprattutto ‘Bar Serkr Gangr’ sono piccole gemme che evidenziano la grande cura degli arrangiamenti. I Fyrnir con questo ‘Awakening’ dalla lunghissima gestazione (3 anni) non inventano nulla ma dimostrano come si possa fare ottima musica anche partendo da precisi riferimenti del passato, rinnovandosi ed unendo con successo epicità, velocità, melodie e suoni folk.
E siccome sono in vena di complimenti, l’ultimo accenno positivo va alla copertina: lago ghiacciato, foresta, montagne, nebbia, perfetta rappresentazione visiva di quello che ascolterete. Promossi!
Filippo Marroni