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Visioni di Andromeda

TrackList
- L’Ammiraglio
- Destino
- Olympia
- Il viaggio del guerriero
- La follia
- Athena
- Irruenza
- Heroes
- Jack La Notte
- Esmeralda
COSMOZETA - Visioni di Andromeda
(2021 - Autoprodotto)voto:
Recensire una band che ha il coraggio di comporre in italiano è sempre questione ardua e spinosa, per diversi motivi: il primo è che, almeno per quanto mi riguarda, ci si ritrova a dover mediare tra la stima innata per una tale scelta e le aspettative in questo senso, che rischiano di essere ben più alte del necessario. Come a dire, “hai avuto il coraggio di voler trasmettere il tuo messaggio in maniera inequivocabile? Adesso vediamo cosa hai da dire di così interessante”.
Altro motivo è che indubbiamente non è così semplice conciliare rock con la nostra lingua madre, forse più adatta a prosa letteraria e poesia: in questo senso, l’inglese ha l’indubbio vantaggio di essere una lingua più semplice, immediata e meno complessa della nostra, pertanto naturalmente più adatta a questo come ad altri generi musicali.
Premesso ciò, passiamo dunque all’ascolto di “Visioni di Andromeda”, primo lavoro dei Cosmozeta, progetto nato nel 2019, appena prima della pandemia, da un’idea di Claudio Massara (chitarra, arrangiamenti, voce), Cristian Basile ( chitarra, arrangiamenti, voce, mix) e Alfonso Sala (batteria, background vocals, percussioni), coadiuvati dal bassista e amico Marco Corbetta.
La band ci offre una proposta metal piuttosto interessante, intrisa di elementi di elettronica e strumenti classici. A livello musicale, infatti, il sound dei Cosmozeta funziona e regala anche spunti pregevoli, riportando alla memoria influenze veramente variegate, che possono andare da sonorità alla Mike Oldfield e Jean Michel Jarre fino ad atmosfere maideniane, passando per un metal classico, in una miscela piuttosto originale: a mio parere, vale la pena lavorarci su questo sound, forse un po’ troppo rivolto al passato, ma che sicuramente rappresenta la cifra costitutiva dei Cosmozeta.
Discorso diverso, invece, per i testi e soprattutto per la voce: troppo naif e poco incisivi i primi, troppo monotona e piatta la seconda. L’impressione finale è quella di un platter che potrebbe dare qualcosa di più, ma che proprio non riesce ad entusiasmare.
Qua e là qualche buona idea si scorge, come per esempio, il ritornello dell’opener “L’Ammiraglio”; o ancora l’intro elettronica di “Destino”, che riporta alla mente sonorità tipiche di artisti come il già citato Jean Michel Jarre. Funziona molto meno, invece, il refrain di questo brano, scontato e dissonante.
Interessante, ancora, l’assolo di chitarra di “Olympia”, vagamente prog e introspettivo. “Athena”, poi, sfodera un incipit notevole, con un sound a metà tra strada tra l’elettronica e il power metal. Molto bello anche il testo, in questo caso, con un ritornello che funziona alla grande. Bel lavoro. Da notare ancora l’accenno di cavalcata iniziale di “Heroes”, di maideniana memoria, e il bel refrain del pezzo.
Nel complesso, un buon lavoro iniziale, quello dei Cosmozeta, ma con ampi margini di miglioramento, soprattutto per quanto riguarda la composizione dei testi e l’interpretazione vocale, che dovrebbe essere più incisiva e meno piatta. La strada intrapresa pare, comunque, quella giusta: alla prossima tappa, dunque!
Luy C.