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Uomini Di Sabbia

TrackList
- Fatti Non Foste
- Monoliti
- Delirio Onirico
- Il Pianto Del Cielo
- Madre Dei Sortilegi
- Nel Giardino Di Maria
- L'Acrobata
- Egos
NATHAN - Uomini Di Sabbia
(2022 - AMS Records)voto:
Già Socrate nell'antichità poneva l'accento sul fatto che gli uomini avendo a disposizione questa miserrima e brevissima vita, potevano ammettere come unica fonte di sapienza dalla quale ispirarsi la consapevolezza di sapere di non sapere.
Ebbene i Nathan, band giunta qui alla terza produzione in soli cinque anni, sposano pienamente il concetto filosofico e lo traducono sapientemente in forma musicale: l'immagine della sabbia con i propri infiniti granelli accostata a quella dell'uomo, rende benissimo la frivolezza, la leggerezza e la finitudine estrema delle possibilità terrene rispetto allo scibile totale; sebbene non fummo fatti per vivere come bestie, bassamente e volgarmente istintuali, emerge dalle liriche la globale difficoltà in un tentativo inconscio a smarcarsi da questa tenaglia di miseria e grettezza. Ma i nostri amici hanno anche fiducia nel genere umano e indicano la via, ci direzionano, mediante un lungo viaggio fatto di note, verso un orizzonte, verso una nuova alba, un domani diverso da questo oggi, dove si stagliano come guide i monoliti eterni e segreti del sapere.
Udirete i suoni delle tastiere, i richiami consolatori delle sirene, l'incedere sincopato della batteria vi terrà vigili e ben svegli durante il periglioso avvicinamento. Non disperate e non fatevi ingannare dalle fate ammagliatrici che tenteranno di condurvi fuori strada, portandovi in un delirio onirico e correndo il rischio di cadere in incubi ancestrali. Vuoi per la provenienza geografica (Abba il tastierista e Lugaro il cantante appartengono al ponente ligure segnatamente alla città di Savona), vuoi per il vocalizzo del canto (ascoltare per esempio "Il Pianto Del Cielo"), fatto sta che difficilmente non si potrà dire che non ci sono dei richiami ai primi New Trolls.
Avrete capito che stiamo parlando di Progressive, quello puro quello genuino, quello che appartiene a tutto quel movimento che ha segnato definitivamente la scena musicale degli anni settanta; un Progressive suonato molto bene, orchestrato con perizia, arricchito spesso con divagazioni melodiche decisamente non banali e genialmente inserite nel contesto musicale più collettivo. Più generalmente si può dire che le tematiche strettamente musicali qui proposte risentono molto della lezione impartita a suo tempo da una band come Il Banco Del Mutuo Soccorso, sia per la varietà compositiva che per il divagare fra melodia e parentesi apparentemente dis - armoniche.
Con "L'Acrobata" si ha una certa apertura a determinate sonorità più intense, marcate e se si vuole più faticose da assorbire, dove però (e questo è l'unico neo che mi permetto di sottolineare) la registrazione della batteria appare slegata dal resto, lontana dagli strumenti, giunge come se si trattasse di una incisione in presa diretta. Rimane comunque l'altissima vena compositiva e creativa del combo savonese che anche in questa canzone ci ricorda di riflettere per l'ennesima volta sulle nostre vite, sulle nostre decisioni, spesso frutto di approssimazione, di sregolatezza, raramente ponderate, atteggiamento che ci porta a quella continua, faticosa ricerca di un equilibrio che in maniera illusoria pensiamo di realizzare con azioni fittizie ed effimere.
Si chiude con la lunghissima (una quindicina di minuti come da prog tradition) "Egos" dove la chitarra accompagna la voce in una narrazione di altri tempi: ci viene raccontato del tempo che sfugge, del futuro imperscrutabile per tutti noi, noi poveri uomini di sabbia. Non illudiamoci con la nascita di nuove civiltà, di nuove situazioni che ben si adatteranno alle richieste camaleontiche del volgo, saranno vieppiù vuote di contenuti di senso, prive di valori alti, lontane mille anni luce dallo splendore delle antiche civiltà. Complimenti un buon album di Progressive.
Leonardo Tomei