Ricerca
Contattaci
Per segnalare concerti o richiederci una recensione delle vostre band, scriveteci compilando il modulo in questa pagina
Accesso utente
Chi è on-line
Emptiness

TrackList
- The Great Journey
- Shamanic Path
- Emptiness
- The Woman Who Fell to Earth
- Divination
- Matryoshcada
- Silver Rain
- The Cure
- Life After
- La Casa dell'Anima
- The Sky That Screams Above Us
- Return (Deine Lakaien Cover)
CADAVERIA - Emptiness
(2022 - Time to Kill Records)voto:
E' da poco che noi di Italia Di Metallo ci siamo occupati dell’ultima re-issue dei Cadaveria, ovvero il loro 'The Shadows’ Madame', che subito vi proponiamo l’effettivo ultimo nato dei nostri, che vede la luce dopo otto anni dall’ultimo full length ('Silence'). Parliamo di 'Emptiness', disco di un’oscurità ferrosa mista a intermezzi melodici, rilasciato sotto la romana Time To Kill Records.
Ma andiamo con calma.
O, almeno, vorrei andare con calma, ma il primo brano parte immediatamente a mo di bastonata sui denti: una schitarrata sclerotica seguita da una ritmica furiosa accende l’opener ‘The Great Journey’, a cui si unisce quasi subito la voce raschiata della Rivarolo , che ad un cantato tonante aggiunge partiture in pulito con cui crea riusciti intrecci melodici nel ritornello. Un’apertura esplosiva nel pieno stile della band. Apprezzo molto questi titoli dal sapore pagano, e infatti ‘Shamanic Path’ ci accoglie proprio con quell’aura, questa volta alternando partiture più dure e a tratti apocalittiche con arpeggi delicati e misticheggianti accompagnati da un cantato solenne, quasi onirico. Una bella apertura melodica ma pesante, dai sapori da garage, apre la title-track ‘Emptiness’, che vanta un entusiasmante lavoro chitarristico che procede spedito e quasi galoppante, ma sopratutto in maniera variegata, rendendo il brano solido, anche grazie al timbro caldo di Cadaveria nei momenti più soft, “colpevole” di rendere la canzone ancora più scorrevole.
Ora, ‘The Woman Who Fell to Earth’, devo dirlo, è un brano che non mi aspettavo di sentire, e lo dico con piacere. La canzone, che ha meritato anche un video ufficiale, mostra ancora una volta varie sfaccettature della band, che alla ritmica aggiunge un ritornello estremamente melodico composto da cantato in clean con un particolare effetto echo. Bisogna ancora una volta compiacersi della varietà canora proposta dalla vocalist, che si sposa alla perfezione con la partitura strumentale validissima. Assolo brillante e ottimo anche il basso, a cui viene dato più spazio. Più crepuscolare e maligna la successiva ‘Divination’, che si muove su un lidi più travolgenti, e allo stesso tempo è attorniata da un’aura che mi ricorda il black più grezzo anni ottanta. ‘Matryoshcada’, invece, ci propone un approccio più solenne, pesante, certamente funzionale, e che personalmente apprezzo, poiché aggiunge ulteriore varietà senza perdere in qualità. ‘The Cure’ propone un ritmo martellante, mettendo in luce un’idea ancora più diretta e adrenalinica, forte di una seziona ritmica che non perde davvero un colpo. La chiusura improvvisa crea quasi dispiacere, fortunatamente si recupera subito con ‘Life After’ , la cui apertura tanto mi ha ricordato i Woods of Desolation di Torn Beyond Reason con quel ronzio melodico che contraddistingue il comparto chitarristico, il quale si alterna con quelle sezioni più spirituali che permeano l’LP, andando a finire nel melodico più puro.
A proposito di partiture pagane/spirituali, avviandoci verso la conclusione del disco, incontriamo questo brano, ‘La Casa Dell’Anima’, cantato interamente in italiano, un pezzo intenso che mette nuovamente in primo piano, giocoforza, la voce, che mischia in maniera equilibrata melodia e brutalità. Buona chiusura con ‘Return’, una cover (l’originale è della band darkwave tedesca Deine Lakaien, questa traccia è disponibile solo nella versione in vinile del disco) re-interpretata alla perfezione per amalgamarsi al sound della band, proponendo quasi una summa della formula proposta dai nostri finora, composta da melodia, cattiveria, varietà e atmosfere a tratti rarefatte.
Dunque. Prima di tutto, complimenti. 'Emptiness' si rivela un disco ricco di tante idee, mostruosamente variegato in ambito ritmico, forte di un cantato che ormai ha tanti anni alle spalle uniti ad esperienza, e si sente. I Cadaveria ci propongono uno stile che recupera parecchio dalle prime ondate di black scandinavo, di quello più grezzo e cafone, a cui aggiungono una profonda personalizzazione, tecnica e idee che ci catapultano in un mondo dove vige (sopratutto) la tempesta.
Consigliato.
Recensione a cura di Francesco Longo