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Land Of Silence

TrackList
- The Way I Am
- You Killed Me
- The Nameless One feat Infernalizer
- From This Nightmare
- Daybreak
- Land Of Silence feat Vicio
- Justify Your Own Weakness
- I Won't Disintegrate
- Run Away Walk Away
- Far From Me
NEROARGENTO - Land Of Silence
(2022 - Rockshots Records)voto:
Se per Industrial Music intendiamo quel movimento musicale nato all'incirca a metà degli anni settanta e che ha visto come caratteristiche peculiari la sperimentazione avanguardistica la quale ha tratto liberamente ispirazione dalle più disparate situazioni artistiche, Faust e Can per esempio per quanto concerne la materia strettamente musicale, ma anche dalle lezioni del concretismo di Cage o della musica classica contemporanea di Stockhausen; oltre alla musica, attraverso la contaminazione con le forme artistiche del Dadaismo o del Futurismo, si passa agli intrecci con la letteratura nelle opere prodotte dalla cosiddetta Beat Generation; ebbene dicevo se vogliamo paragonare l'ultimo lavoro (e siamo qui giunti al sesto capitolo) di NeroArgento a tutto quello che sinteticamente si è scritto sopra, l'accostamento sarebbe quantomeno forzato e sicuramente non in linea con quello qui espresso dall'artista. Nulla a che vedere per esempio con quelle situazioni di intraprendente improvvisazione artistica che oscillava fra il Rumorismo, il Noise ed il Post Industrial anni 80 dove il suono di lamiere battute da catene o quello derivante dal percuotere una pesante lastra di marmo da parte di un anonimo energumeno teutonico, potevano essere la base per relative divagazioni musicali che altro non erano che commenti di chitarre distorte ad accordatura aperta o di ritmi basso - batteria senza alcun legame logico e tempistico fra gli stessi strumenti.
In questi dieci pezzi ho riscontrato molta melodia molte aperture al cantato: ne sono un esempio il Synth Pop di "Run Away Walk Away" e il selvaggio trascinamento dettato dalla dirompente "I Won't Disintegrate". Le influenze che si possono avvisare sono molteplici; si parte dai Prodigy per l'uso dell'elettronica con pericolosi scivolamenti nell'oltraggio armonico, si passa attraverso in maniera abbastanza palese ad un artista come Marilyn Manson per le linee di cantato ed infine si arriva agli americani Disturbed per le ritmiche maggiormente serrate in alcuni passaggi delle composizioni. Azzarderei che si potrebbe accostare, tutta l'opera, più al Nu Metal che all'Industrial, ma sono particolari infinitesimali che stagnano nelle paludi dei gusti personali.
Rimangono comunque dieci tracce di ampio respiro che infondono curiosità ed inducono ad un ascolto non approssimativo ma attento e solerte a scorgere differenze e sfumature. Un album che riesce a dosare la potenza e la cattiveria sonora con buona quantità di melodia nel cantato tale da rendere il tutto assai godibile: da segnalare, per concludere, su tutte le altre la title track che racchiude tutti gli attributi presenti nel resto delle canzoni.
A volte lavorare contando esclusivamente sulle proprie forze è appagante e quando ne escono di queste tipologie di prodotti ben vengano i progetti one man band.
Leonardo Tomei