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Renegade

TrackList
- Wild City
- Influencer
- Renegade
- Rock and Roll Night
- You Can Die For Love
- Queen Of The Sea
- Malleus Maleficarum
- Dancing In Time
- The Showman
- You Can Die For Love (acoustic version)
RICCARDO STRIZZI - Renegade
(2022 - Metal Zone Italia)voto:
Chi segue il Metallo italiano conoscerà sicuramente Riccardo Strizzi e per chi non lo avesse mai sentito nominare, dico solo Way Out. Ebbene si Riccardo è stato il fondatore, cantante e frontman della band nata nel 1980. Riccardo dopo la decisione presa, con gli altri membri Way Out, di chiudere con un’epoca indimenticabile del metal italiano, si dedica a progetti solisti fino al giorno che incontra Massimo Canfora.
Unendosi danno vita a questa band che prende proprio il nome di Riccardo Strizzi e ne fanno parte, oltre che i due appena citati, anche Michele Raspanti al basso e Claudio “Dr.K” Cappabianca alla batteria.
Un quartetto ben assortito con Massimo, autore della musica e degli arrangiamenti dell'album mentre Riccardo ha scritto i testi delle canzoni.
Difficile lasciare la strada vecchia per la nuova ed infatti per Riccardo non lo è stato, ha semplicemente continuato la solita strada con al sua voce che non lascia indifferenti.
L’album in questione si chiama 'Renegade' ed è composto da dieci brani, come detto prima scritti, arrangiati e prodotti da Massimo Canfora.
Un album deciso e pieno di ottima musica scritta ed eseguita molto bene ma che ha radici ben salde nell’hard rock e nell’heavy metal e non concede nemmeno una scappatoia, non apre nemmeno una finestrella ad un sound diverso.
Passato il disco più volte ed ascoltato con passione, ci risvegliamo nel bel mezzo degli anni ’80 con questa musica dolcemente metallara.
Il disco apre con canzoni vive ed heavy come 'Wild City' la title track ed “Influencer” che danno carattere e piacevolezza, oltre ad essere le tre migliori track.
Leggerezza, spensieratezza danno vita a “Rock and Roll Night” e “The Showman”, senza eccedere o cercare eccessi nella composizione e nell’esecuzione dei brani; quasi un compitino a casa.
A metà album ci imbattiamo in un brano che ci trasporta in un viaggio lungo le praterie, con le chiappe su un custom, quasi a farci sognare: “Queen of the Sea” ci incanta come un cobra di fronte al suo Sapera. Questo incantesimo svanisce con “Malleus Maleficarum” che ci fa cadere nel vuoto come in un incubo, ma il fondo che si tocca è macabro e ritmato.
L’album contiene anche una track incisa in due versioni: “You Can Die for Love”. La prima versione che incontriamo è una ballad lenta e la seconda ci regala una versione acustica.
L’album non presenta eccessi, è costruito molto bene ed eseguito alla perfezione, da musicisti molto bravi però è anche vero che non ci da niente di più che un buon heavy metal in stile anni ’80. Niente di nuovo.
Fefo Wylde