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Entry Descent Annihilate

REIONIZED - Entry Descent Annihilate
(2022 - Autoprodotto)voto:
Otto pezzi scarni, diretti, freddi, in pieno stile Voivod quelli però fino alla pubblicazione del terzo album, il monumentale "Killing Technology".
Sintetica ed essenziale anche la biografia di accompagnamento: si legge che la band in realtà è un duo formato da Andrea (alla batteria) e da tale Cal (alla chitarra e voce), che si è costituito nel 2019 ed ha pubblicato il qui presente full - length di debutto dopo un ep dato alle stampe nel 2020.
Dichiarano di volere mischiare lo stile del combo canadese sopra menzionato con quello del Thrash primordiale dei Kreator; in realtà sembrano una tribute band del gruppo di Denis D'Amour e allegra brigata e con ottimi risultati. In effetti il duo riesce a prendere a piene mani le sonorità tipiche del Thrash Metal inizio anni 80, quelle riprodotte per esempio in "War And Pain", segue con istinto da segugio la scia fuoriosa di "Rrroooaaarrr" per i suoi ritmi decisamente serrati e veloci della chitarra e della batteria ed infine attingono dalle tematiche psichedeliche presenti nel terzo album dei Voivod stessi.
I medesimi Andrea e Cal rimarcano il concetto dichiarando in maniera evidente che vogliono narrare nei loro testi di argomentazioni sci fi, di parlare dei sogni e delle paure che da sempre accompagnano la vita dell'uomo, del suo riporre ogni speranza nel futuro, benchè questo spesso si presenti oscuro ed indefinito; il progresso (altro tema caro alla letteratura sci fi) ha sempre contraddistinto l'esistenza del genere umano, soprattutto in termini di miglioramento della qualità della vita stessa: a volte però le conquiste tecnologiche ci appaiono come una condanna ad una schiavitù subdola, ed il continuo progresso può rappresentare un rischio di deriva verso un orlo di un abisso del quale non conosciamo assolutamente la fine. E quindi questa sorta di lotta per la sopravvivenza dell'intimo più profondo nei confronti di un apparire effimero e perpetuo necessita di un allargamento di confini, di un superamento di prospettive ormai logore e conosciute.
La Terra, per come ci appare, diventa un limite da superare, una zavorra da gettare, e quindi rivolgiamo il nostro sguardo verso le stelle, verso l'oscurità del cielo, verso l'infinito. Ma il pericolo è dietro l'angolo: la tecnologia che noi stessi abbiamo creato e portato avanti con invenzioni sempre più impressionanti, ci si ritorce contro e diventa un'arma a doppio taglio e può riservarci un avvenire distopico dove la finitudine umana tocca il proprio punto più basso e ci espone ad uno smarrimento dal quale potremmo davvero fare un viaggio di non ritorno, sospesi perennemente nell'oblio cosmico, sconfitti dalla Tecnologia e definitivamente persi nello Spazio.
Leonardo Tomei