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The Mystic Technocracy - Season 2: The Age of Entropy

DOCKER'S GUILD - The Mystic Technocracy - Season 2: The Age of Entropy
(2022 - Elevate Records)voto:
Douglas Docker, eclettico poli strumentista, compositore e produttore presenta il nuovo “capitolo” della Metal Space Opera del suo progetto Docker’s Guild.
Cronologicamente si tratta del terzo full length successivamente al debutto del 2012 “The Mystic Technocracy - Season 1: The Age of Ignorance” e il successivo “The Heisenberg Diaries – Book A: Sounds of Future Past” del 2016; terzo di una epopea sci-fi che si articolerà in 9 album (5 stagioni e 4 libri).
“The Mystic Technocracy - Season 2: The Age of Entropy” nella sua narrazione introduce il “Black Swan Universe” che collegherà Docker’s Guild ad altre Metal opera quali Chronomaster Project e Vivaldi Metal Project; seguiranno video e libri illustrati per completare l’esperienza narrativa ad un livello decisamente completo.
Anche in questo album, ormai una consuetudine per progetti così articolati, troviamo 17 ospiti speciali tra quali Amanda Somerville, Anneke Van Giersbergen, Joel Hoekstra, Sascha Paeth, Nita Strauss e Anna Portalupi. Le assonanze con Arjen Anthony Lucassen di Ayreon ed ancora maggiormente di Star One sono innegabili ma le particolari connotazioni dei brani contenuti in questo “The Mystic Technocracy - Season 2: The Age of Entropy” lo colorano di sfumature differenti, che seguono appunto una narrazione autoctona.
Proprio sulla leva della “personalità” e su quello che non ha un retrogusto di “già sentito” si fondano gli aspetti positivi di questa opera mastodontica. Purtroppo, dopo vari ascolti, le peculiarità non sono poi troppe anche per colpa della necessità di seguire una linea narrativa che lascia poco spazio a divagazioni prettamente musicali.
Citerei positivamente il crescendo emotivo che passa dal piano di “Nocturne/Rings” alla carica di “Lucy” che porta avanti un andamento ritmico coinvolgente che custodisce quelle note malinconiche che la rendono uno dei brani più accattivanti e preziosi.
L’album prosegue nella narrazione e trova momenti più heavy-progressive forti di arrangiamenti eccellenti, che dimostrano come si riesca a fare belle canzoni anche seguendo una trama così articolata. Ci sono brani più introspettivi sorretti da melodie accattivanti incastonate in visioni oniriche di uno pseudo folk futuristico. Ci sono echi di Neal Morse e Pink Floyd su “The Arrow” ma tutto è dosato al servizio della progressione narrativa. “Cassilda’s Song/Urbs Aeterna” introdotta dalle cinematiche di “The Purple King” torna su coordinate più heavy e riesce a calibrare le molteplici sfaccettature del sound del progetto Docker’s Guild. Direi che musicalmente l’excursus su questa accoppiata può rappresentare egregiamente la musicalità di “The Mystic Technocracy - Season 2: The Age of Entropy”. In conclusione c’è anche spazio per un tributo senza tempo agli Oliver Onions: “S.O.S. Spazio 1999” e, nella versione proposta, si capisce quanto sia assolutamente azzeccata in questo contesto!
Arrangiamenti complessi ed accuratissimi in una produzione sonora di altissimo livello, condizione discriminante che per prodotti analoghi spesso è deficitaria. Un album molto curato nei dettagli e decisamente profondo e longevo; consiglio di ascoltarlo e di entrare nell’universo fantasy sci-fi di Douglas Docker e della sua gilda!
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