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The Way Out

TrackList
1. Limbo
2. Pay Attention
3. Awaiting
4. Land of Desire
5. The way out
6. I'm searching for a new identity
7. Finally I can see the universe
DOMENICO CATALDO - The Way Out
(2010 - VideoRadio Edizioni Musicali)voto: 6/10
Nel giro di pochi giorni mi trovo a recensire un altro guitar hero, in questo caso Domenico Cataldo, che con questo "The Way Out" arriva alla sua terza opera. Un pò di tutto si trova nei 7 brani che compongono l'album, infatti si svaria dal rock al progressive, passando per jazz, fusion e funky per finire anche all'acustico, il tutto composto dall'autore di origine campana e lombardo di adozione, con il solo aiuto alle tastiere di Samuele Dotti. L'intro "Limbo" è un chiaro omaggio ai Pink Floyd ed è la giusta apertura dell'album con le sulferee atmosfere che lo accompagnano. Si va sull'ellettrico invece nel seguente "Pay Attention" riproposizione di un brano che fu title track del primo album di Cataldo nel lontano 1998, esecuzione perfetta se non fosse per una produzione non propriamente all'altezza, ma se non siete obbligatoriamente amanti delle iperproduzioni alla Dream Theater potete chiudere un occhio. Si apre con atmosfera tenue e melodica "Awaiting" anche questa presente nel primo album dell'artista, pare di essere in un club con lui a deliziarci della sua musica, quando all'improvviso una scarica elettrica attraversa il brano con seguente impronta progressive, che va a fare del brano stesso una ottima composizione con i suoi continui cambi di tempo e di suoni, che intrigano di brutto l'ascoltatore, sicuramente il miglior brano dell'album. "Land of Desire" consolida il genere proposto, con quella commistione di vari generi suonati nella massima eleganza artistica. "The Way Out" risuona più elettrica ed è proprio qui che la produzione sembra un pò risentirne, quasi la velocità e la potenza non si amalgamassero al meglio nei suoni, ed infatti si risale di tono con "I'm Searching for a New Identity" brano molto più fusion dei precedenti, con ottime armonizzazioni, e un solo acustico pregevole. Nulla da eccepire Domenico Cataldo è un'artista a tutto tondo, un altro che mette cuore e passione in quello che fa. La chiusura è affidata a "Finally I Can See the Universe" la quale non aggiunge nulla in più a quanto detto se non una certa inclinazione a influenze che vanno da Satriani ai Dream Theater appunto. Tirare le conclusioni non è semplice, ripeto la produzione non è il massimo e potrebbe inficiare un pò il tutto, volontà, capacità invece ce ne sono a iosa, ma possono non bastare vista l'altissima ed elevata qualità della concorrenza, diciamo che questo album si attesta a metà strada tra lìoptimum e la delusione, e indubbiamente ha bisogno di ripetuti ascolti. Consigliato ai fan del genere.
Klaus Petrovic