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Bite Me, Dude



LUCKY BASTARDZ - Bite Me, Dude
(2010 - Red Pony)voto: 8.5/10
Coi Lucky Bastardz non c’è spazio, e sicuramente non c’è ne sarà mai, per gli sdolcinati e i cultori della leziosaggine. Il quartetto Hard and Heavy proveniente da Alessandria non scherza: dopo l’uscita dell’assai apprezzato (sia dai fan che dalla critica musicale) e pestante “Hated For Who We Are” (Swedmetal Records, 2009), infarcito di sonorità che ricordano a tratti band come Motorhead, Girlschool, Slayer e i nostrani Vanadium, i Lucky Bastardz ritornano con “Bite Me, Dude” a tenere alta la bandiera del metallo italiano. A stimolarci e a farci alzare le corna al cielo, undici inediti brani veloci, cattivi e potenti, tutti all’insegna del puro metal sposato alle possenti sonorità Hard N’ Roll: due facce della stessa medaglia per un sound originale. Lo schiaffo infiammato a suon di Rock N’ Roll ha inizio a colpi di charleston con la spedita e scattante “Fire, Beers And Rock N’ Roll” come anche “We Wont Let You Down”, in cui il tocco del maestro Paolo Gianotti (“Paco”, ex chitarrista della Power Metal band “Secret Sphere”) comincia a far prendere immediatamente vita ai suoi sinuosi assoli perfettamente curati. Segue “Sin City” (basata sugli omonimi racconti comici di Frank Miller) dal rapido intro bassistico in 60’s style per poi sfociare in un pieno e insolito Hard N’ Roll. Breve intro a “Honour And Blood” è “Tale From The Land Of Mafia” in cui l’Hard And Heavy viene per pochi minuti accantonato per introdurci, con la semplicità del fingerstyle, a quella che è sempre stata la piaga della nostra società contro cui semplici uomini hanno trovato il coraggio di lottare per sconfiggerla mettendo a repentaglio la propria vita e quella delle loro famiglie; struggente, cruda, malinconica ma intesuta in una melodia straordinaria “The Ballad Of Kelly The Killer”: è l’addio a un’amica che verrà presto giustiziata, una condanna a morte ritmicamente sostenuta in cui anche le chitarre sembrano piangere; rabbia, dolore, crudeltà e denuncia emergono dalla voce graffiante e profonda del vocalist, nonché ottimo frontman, Geppo. Un intro dal sound tipico della country music apre la pestante ed energica “The Crawlin' Under Snake”; è la volta della fulminea “Black Hole” (nel cui intro possiamo ascoltare la bravura della tecnica del nuovo bass man player “Mr. TNT”), tratta dal romanzo omonimo di Paolo La Paglia narrante la triste condizione esistenziale di chi si ritrova in un buco nero, dove non c’è via d’uscita, ne passato, né futuro: solo un presente in grado di soffocare e opprimere. Le tracce “Rock This Town” e “Drunkard” richiamano l’Hard N’ Roll dei primi Motley Crue, quelli di “Too Fast For Love”. A conclusione della tracklist “Death All Day, Life All Nite” atta a sottolineare esattamente il logos del puro Rock N’ Roll. Chitarre infiammate, soli potenti, sferzanti, taglienti, suoni duri e cattivi che ci scuotono; rabbia, dolore, denuncia che prendono corpo nell’originalità vocale graffiante e matura: questi sono i Lucky Bastardz. E se il gruppo era partito per gioco, ora le cose si fanno serie!
Erika Baini