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Era Zero

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TrackList
- Extinction
- Coronal mass ejection
- Self human combustion
- Critical mind
- Acid rain
- Tunguska
- Human Void
- Poison butterfly
- Metamorphosis
HUMAN VOID - Era Zero
(2010 - Crash & Burn Records)voto: 7.5/10
Era Zero (edito da Crash & Burn Records) è il titolo del debutto discografico per gli Human Void, interessante realtà metallica trentina, che vive della contaminazione fra extreme metal e sonorità electro/industrial. L’idea di base del gruppo è quella di creare un minaccioso ibrido cibernetico fra l’impatto, la violenza e la malignità di certo black e death metal, e l’aliena, inumana atmosfera propria dell’EBM, harsh-electro e sonorità industriali.
Un progetto sulla carta assimilabile a quanto tentato dai norvegesi The Kovenant, oppure dai nostri Aborym, ai quali gli Human Void sono per certi versi paragonabili, in quanto il sottobosco musicale che abitano è simile, così come gli intenti che si propongono. Inquadrato lo spettro sonoro di riferimento, è bene dire che questo Era Zero risulta tuttavia personale, perché il quartetto è riuscito a trovare da subito accenti e toni espressivi originali e abbastanza riconoscibili, condizioni necessarie e indispensabili per fare un buon lavoro.
Alla band non manca la capacità tecnica strumentale, che si sente da subito nelle potenti, freddissime rasoiate di chitarra di Alex.x6x (ex Moonrise/Artemisia) e Jj.x6x, tramite riff spesso quadrati e marziali, che contribuiscono al martellamento psicologico del gruppo. A questa parte tradizionalmente metal viene affiancata una gelida drum machine, che funge da pulsante cuore artificiale, spesso impazzito e in blast beat. L’elettronica e i synth hanno invece ampio spazio come introduzione ai brani, inquietanti suoni alieni che creano la giusta atmosfera, ma anche come supporto melodico all’impasto sonoro, semplice ma d’effetto. Su questo sinistro panorama sonoro le vocals acide e cattive, a tratti filtrate, di Gabry.x6x (ex Evil Whisper; Erosion) raccontano di aspetti sconosciuti della mente umana, fenomeni paranormali e inspiegabili come l'autocombustione e disturbi, fobie di vario tipo.
Buono il lavoro tecnico di produzione e mixing, svolto in vari studi italiani, che riesce a porre in risalto i vari elementi che compongono il sound del gruppo, mantenendo la giusta freddezza industriale ai suoni sintetici, ma dando al contempo la necessaria potenza e calore a chitarre e voce.
Piacciono soprattutto le canzoni più immediate e d’impatto frontale, come "Coronal mass ejection", "Self human combustion" e "Tunguska", anche se i brani più lunghi e strutturati ("Extinction", "Metamorphosis") rimangono comunque ben fatti e interessanti, nella loro alternanza fra momenti dominati da synth quasi ambient e sezioni prettamente extreme metal.
Ottimo lavoro su tutta la linea, dunque, per gli Human Void, che si candidano di diritto fra le più interessanti nuove proposte metalliche, in Italia, e non solo.
Alekos