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Modus Operandi

NAMELESS CRIME - Modus Operandi
(2010 - Casket Music)voto: 6.5/10
La storia dei Nameless Crime si divide in due fasi nettamente distinte: la prima inizia nel 1999, e vede la pubblicazione di due album heavy/thrash; la seconda, ben più recente, ha origine in seguito ad un massiccio cambio di formazione, e vede una netta svolta verso un panorama che- pur mantenendosi fedele all'impronta metal di fondo- strizza l'occhio all'alternative rock ed a vari tipi di influenze marginali. Da questo contesto nasce 'Modus Operandi', primo lavoro da quando la band si è a conti fatti resettata.
Parte forte questo disco: 'Feedtime' si apre con un riff dal buon gusto e dal buon ritmo, e non perde certo vigore durante il corpo, rivelandosi un ottimo biglietto da visita. Il passato della band continua a fare capolino a intervalli regolari in alcuni riff serrati e stoppati, ma in genere sono gli elementi di tipo industrial a prevalere, dando al tutto un'impronta più modernista. Non è raro imbattersi anche in elementi groove, come accade nel coro di 'Under The Bridge Of Sanity' o nel riff immediatamente iniziale di 'Season Of The Grey'- giusto per fare qualche esempio.
C'è anche spazio per tre pezzi più rilassati, vale a dire 'Unsigned', 'Sleepwalking' e 'Akinesis': di questi i primi due appaiono più intensi e trascinanti, mentre l'ultimo si perde talora in un arpeggio che rischia di stancare. Tre brani comunque interessanti, che spezzano i ritmi e contribuiscono ad evitare che la monotonia bussi alla porta.
È presente, infine, una traccia nascosta dal titolo 'Snakes 'n' Ladders', un brano che ci incastra veramente poco col resto dell'album ma che tutto sommato non è male, tra suoni subliminali e voci di sottofondo.
Considerando che 'Modus Operandi' mira ad essere un nuovo inizio piuttosto che un punto di arrivo direi che la riuscita è buona: pur mancando ancora il brano “che tira”, l'ascolto scorre generalmente liscio e gradevole. Non voglio giudicare il cambio stilistico dei Nameless Crime, tanto più che non ho avuto modo di ascoltare i vecchi lavori, ma anche questa direzione potrebbe rivelarsi quantomeno interessante.
Francesco Salvatori