Ricerca
Contattaci
Per segnalare concerti o richiederci una recensione delle vostre band, scriveteci compilando il modulo in questa pagina
Accesso utente
Chi è on-line
Ungod
OVERUNIT MACHINE - Ungod
(2011 - Autoprodotto)voto: 6.5/10
Angosciante... Se dovessi scegliere un aggettivo per definire questo Ep, direi di sicuro angosciante. Ma non è come potreste pensare: non è una critica, anzi... E' la sensazione trasmessami a pelle, nonchè dopo vari ascolti, da “Ungod”, terzo lavoro dei friulani Overunit Machine, frutto della collaborazione con un produttore del calibro di HOWIE-B (Bjork, U2, Tricky, Massive Attack).
La band, nata nel 2000, vanta uno stile piuttosto originale, un crossoverr contaminato da influenze disparate, con una certa preferenza per la musica elettronica. Validi e impeccabili sotto l'aspetto tecnico, i ragazzi ci regalano 4 brani dall'atmosfera morbosamente affascinante, cupa e claustrofobica: angosciante appunto... In una continua altalena di momenti di furia e rabbia, contraddistinti da potenti e rapidi riff, che cedono il passo a pause elettoniche e melodiche che disorientano e spiazzano l'ascoltatore. Tutto contribuisce a rafforzare un generale senso di oppressione e di angoscia, frutto del nostro tempo così come lo sono “Ungod” e la musica tutta degli Overunit Machine. E se avrete voglia di sbirciare il loro sito Internet, ne avrete la conferma: “siamo il grido di questa vita decadente, il suono di questa società marcia, il gemito di un bimbo senza futuro... Siamo solo un piccola parte del rumore proveniente da questo mondo malefico, in cui l'unico dio è l'avidità e l'umanità è il peggiore nemico di se stessa”... Come presentazione rende l'idea, no?
Unica pecca che posso attibuire a questo lavoro, oltre alla difficile assimilazione delle sonorità, è una certa mancanza di passione, di capacità di coinvolgimento in genere, per cui i 4 brani proposti sono sì validi, ma in conclusione non fanno gran presa, risultando forse un po' accademici nella loro sperimentazione.
Tirando le somme, pur non essendo un genere per il quale spassiono, posso dire che “Ungod” mi ha piacevolmente sorpreso: vale la pena di un ascolto, nell'attesa di futuri e speriamo più “coinvolgenti” sviluppi.
Luy C.