Ricerca
Contattaci
Per segnalare concerti o richiederci una recensione delle vostre band, scriveteci compilando il modulo in questa pagina
Accesso utente
Chi è on-line
The Pain We Don't Feel

TrackList
- Intro
- A Moment
- Desert
- Another Cutting Weapon
- Cornfields
- Magic Box
- The Court Of Guilty Ones
- Animals
- My Revenge
- The Struggle Within
DER GEIST - The Pain We Don't Feel
(2012 - Tmina Records / Alkemist-Fanatix Europe)voto: 6.5/10
Una demo, datata 2007, e poi i siculi Der Geist provano ad affacciarsi sul panorama estremo direttamente con il loro primo full-length, intitolato 'The Pain We Don't Feel'. Non ama esporsi più di tanto la band: i volti sono coperti da anonime maschere, le informazioni biografiche sono ridotte all'osso. Insomma, i Der Geist lasciano parlare la loro musica, e in fin dei conti è giusto così.
È un death metal feroce, quello che ci viene proposto, ma tutt'altro che privo di una forte impronta melodica e di una buona fattura tecnica, come dimostrano i vari assoli disseminati qua e la (ottimo quello sul finale di 'The Court Of Guilty Ones'), o ancora dei raffinati fraseggi di chitarra che sovente accompagnano le strofe, tra veloci scale e intarsi che vedono dialogare i due seicordisti. Un buon lavoro è svolto anche sul piano delle ritmiche, facendo sì in modo che sia la velocità a prevalere, ma non disdegnando stop, ripartenze e momenti frenati, in cui emerge l'anima del death metal più old-style. Certi episodi, poi – e mi riferisco in primis a 'Animals', ma tracce sono presenti anche in altri brani – appaiono influenzati in maniera importante dal thrash metal dei primi anni '90.
Qualitativamente, la musica proposta dai Der Geist si mantiene su buoni livelli, pur non riuscendo a dimostrare una particolare personalità che la “stacchi” dalle scene di riferimento primarie. Tra i brani più convincenti citerei senza dubbio 'Another Cutting Weapon', con le chitarre che svolgono un lavoro quasi progressive-oriented; interessante anche 'My Revenge', le cui sorti si giocano in particolar modo sulle ritmiche, prodighe di tecnicismi e cambi di tempo. La cosa che maggiormente mi lascia delle perplessità, nell'arco dei dieci brani proposti, è la presenza di una voce un po' “iperattiva”, che tende a saturare molti spazi che avrebbero potuto essere donati alle chitarre e alla loro capacità di sperimentare. Ma, a parte questo, il lavoro svolto convince.
Buona dunque la prova dei Der Geist, per un album che va a rivolgersi specialmente a coloro che apprezzano le raffinatezze celate tra le righe. 'The Pain We Don't Feel' è infatti un album che, come già detto, poco aggiunge al panorama in questione, ma ha comunque i colpi in canna per farsi apprezzare. Nell'attesa di un eventuale futuro salto di qualità.
Francesco Salvatori