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The Cross Is Not Enough

TrackList
- Reborn To Die Twice
- Tears Of Strangers Are Only Water
- Pornographers Of Violence
- Celestial Incest
- Demons Over Demons
- Revelation Six
- Please Tom Selleck Drive Me To Hell
- Baptized In Reverse
- Anders Suhm
- Putrefiction
- The One Who Knocks At Your Door
- The Size Of The Horn
- We Who Fuck The Darkness
- The Glorious Way To Become Ashes
- I’ll Be Back In Five Minutes With John Titor
- Abyss Obsessed
- In The Beard Of Satan
- Redemption In Slowmotion
- The Sound Of You Dying
HUNGRY LIKE RAKOVITZ - The Cross Is Not Enough
(2013 - Blasphemy World Wide Records/Shove/Grindpromotion)voto: 7.5/10
Per questa recensione avevo inizialmente pensato un'introduzione lunghissima, incentrata sui vari sottogeneri, sulle etichette e sul loro significato. Tutto questo perché gli Hungry Like Rakovitz si definiscono grimecore, ennesimo termine di quelli che hanno un suffisso che spacca la critica. Ma poi ho preferito andare al sodo e lasciar parlare la musica, perché è questo che 'The Cross Is Not Enough' fa.
Prendete una matrice death metal della più putrescente e malata, rallentatela ulteriormente ove necessario, conditela infine con una voce acida e vagamente lontana, martellante, esasperante. Fate in modo di attestarvi intorno a durate che solo sporadicamente raggiungono i due minuti, ma che quando li superano regalano delle ottime perle, quali 'Please Tom Selleck Drive Me To Hell' (la mia preferita, quasi sulla scuola dei migliori Obituary) o 'Putrefiction'. I (molteplici) episodi ben più previ puntano invece su una maggior velocità, rivelandosi più affini a una tradizione grindcore. Quello che è positivo è che la band riesce a fare apparire perfettamente sensate e corpose anche le song di un minuto o meno, incentrandole su giusto un paio di riff con netto cambio di tempo in mezzo: ricetta che, unitamente alla giusta linea vocale, ha un effetto straight-in-your-face devastante. Pezzi come 'The Sound Of You Dying', 'We Who Fuck The Darkness', o ancora 'Demons Over Demons' – ma la lista potrebbe proseguire – sono semplice e pura espressione di come si possa risultare interessanti anche all'interno di un panorama troppo spesso inflazionante prima ancora che inflazionato. Influenze di tipologia math-noise (alla Today Is The Day, per intenderci... sentitevi 'The One Who Knocks At Your Door' in proposito), poi, sono all'ordine del giorno e vanno a impreziosire il tutto. Chapeau, insomma.
'The Cross Is Not Enough' si presenta così come un album unito, coeso, marcio fino al midollo e proprio per questo avvincente; avvalorato anche da una produzione ottimamente inquadrata nel contesto, si candida a essere una tra le uscite più interessanti di questi primi mesi dell'anno. Perché non sempre brani corti e titoli lunghi vogliono dire scarsa qualità. E non sempre la recensione dev'essere più lunga della tracklist.
Francesco Salvatori