Dopo tre EP prodotti negli ultimi cinque anni, arriva anche peri milanesi Spiritual Deception il debutto in formato album e con “Semitae Mentis” il loro Death Metal moderno, brutale e atmosferico trova spazio per esprimere a pieno la propria variegata identità.

Metto subito le mani avanti ammettendo di non avere probabilmente gli strumenti culturali per etichettare e collocare con precisione questa particolare digressione della musica estrema, così simile eppure così diversa dal vecchio e caro brutal Death, ma credo di riuscire a riconoscere la grande qualità e la perizia con cui i quattro abilissimi musicisti hanno messo insieme queste dieci, intense tracce.

Un pianoforte algido e inquietante, circonfuso di cori eterei, fa da introduzione, brutalmente lacerata dall’irruzione della band al completo: melodie atomizzate, riffing ingegneristico, cluster ritmici, raffiche di batteria, arpeggi e fraseggi solisti a manetta, gorgoglii vocali, epicità apocalittica, tutto spezzettato e compresso, conglomerato in una resina sintetica nera dal forte odore di solvente, lubrificante,  disinfettante e… incenso.

I cori, che purtroppo sono sample orchestrali con sillabe a caso, continuano su quasi tutte le tracce e il risultato sembra la colonna sonora di un sogno distopico in cui sei in un appartamento dove nella stanza accanto tuo fratello sta ascoltando i Meshuggah, tu i Cryptopsy e la nonna in salotto Radio Maria.

Belli i suoni dei singoli strumenti, dal basso polposo e croccante alle chitarre dall’andatura meccanica e inesorabile, agli assoli corposi e mai acidi, sia quando sgrappolano cascate di note sia nei momenti più lirici. Persino la batteria, nella sua irrefrenabile frenesia, ha un proprio respiro. Ottimo suono d’insieme!

Fatico a scendere nel dettagli dei singoli pezzi, anche a cagione dell’intercambiabilità delle varie sezioni che li compongono: brani che non sembrano fatti per portarti (melodicamente ma anche metaforicamente) da qualche parte, ma per tenerti lì, sospeso e disorientato, senza indizi in merito a direzione o finalità.

A metà del cammino abbiamo però “The Night Opens”, un arpeggio melodico discendente con finti archi e fraseggio di chitarra acustica armonizzato, che ci fa prendere il respiro prima di rituffarsi dall’orlo dell’abisso.

Un altro brano facilmente identificabile è “Thousand Lives Within”, in virtù del suo approccio melodico egitteggiante e, sarà un caso, ma proprio quello in cui compare come special guest niente meno che Karl Sanders dei Nile, anche se non so se il suo contributo consista nel meraviglioso assolo di chitarra o nello strimpellare di un cordofono che il nostro orecchio occidentale generalista potrebbe sbrigativamente definire “un sitar”.

Interessanti anche i quasi dieci minuti del brano conclusivo (nonché quarta parte del trittico iniziale “Decadence”) che includono anche un momento centrale dilatato con deliziose chitarre soliste malinconiche (quasi da Crimson Glory!) e voce parlata. Oltre, ovviamente, al solito putiferio elettro orchestrale.

Il frontman Mirko Frontini (che suona pure una chitarra con davvero parecchie corde) spreme la propria voce in una moltitudine di forme distorte, che vanno da grida straziate a growl ultra gravi, declamazioni autoritarie e suoni suini, rendendo intuibili ma scarsamente decifrabili i testi, che mi sembra di capire tirino in ballo il relativismo di Kierkegaard e tante altre belle cose di complessità analoga a quella della musica che le accompagna.

È vero, alla fine dei miei ripetuti ascolti di “Semitae Mentis“ non ricordo neppure un riff, ma mi chiedo se questo stato di smarrimento e sopraffazione sonora non fosse esattamente l’effetto cercato e voluto (coerentemente col loro impianto filosofico) dagli Spiritual Deception.

Marcello M

 

Tracklist:

  1. The I Swells… (Decadence pt.I)
  2. Atavic Future (Decadence pt.II)
  3. The Days of Sleep (Decadence pt.III)
  4. Beyond Perception and Matter
  5. Dirac Sea (feat. Luc Lemay – Gorguts)
  6. The Night opens
  7. On the Edge of the Abyss
  8. Thousand Lives Within (feat. Karl Sanders – Nile)
  9. Individuality Dissolves
  10. …To the Coldest Decline (Decadence pt.IV)
  • Anno: 2023
  • Etichetta:  Amputated Vein Records/Earache digital distribution
  • Genere: atmospheric/technical death metal

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