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S/T
WASTE CULT - S/T
(2022 - Autoprodotto)voto:
Capita che da un Ep si capisca poco il valore di una band, capita anche che si evinca da subito che la band possa cambiare mestiere, ma capita anche che i Waste Cult al primo Ep della carriera facciano centro, e che centro!
Quatttro brani che fondono influenze sludge, stoner, doom, post metal e hardcore in un calderone che se a una prima impressione, a leggerlo, mette ansia, nella realtà esplode in un muro sonoro senza eguali. Se poi li ascoltiamo ad alto volume rischia di venire giù il palazzo o quantomeno il vicino imbufalito da tanto rumore. Tutto questo per dirvi che al vostro umile scribacchino i Waste Cult hanno fatto un'ottima impressione per la loro personalità davvero imponente.
Trattasi di un quartetto proveniente da Bologna, ragazzi che dall'unica foto che ho visto non sono musicisti alle prime armi (e si sente) ma di cui conosco solo i nomi, tre ragazzi, Claudio, Frank e Noise, più Pilvia una ragazza. Misteriosi? Forse, ma poco ce ne viene se la musica proposta è di questo livello.
Vi dicevo delle varie influenze del loro sound, si parte dalla poderosa 'Dodge' che richiama suoni space rock e sludge, con un fondo stoner/doom molto elegante. Interessante anche la voce che cambia spesso tonalità come delresto il brano che presenta diverse sfaccettature, segno di buone doti compositive. La song è collegata direttamente alla successiva 'Peacock', ridondante, maestosa, potente in questo suo ondeggiare stoner/doom, non da meno la title track che sfoggia una parte hardcore violentissima che ne fa la mia preferita in assoluto! Dopo questa parte, a metà brano l'atmosfera si fa più cupa sfociando nel doom pur mantenendo quel muro sonoro che è irresistibile, fino poi a esplodere di nuovo in un suono impetuoso.
Chiude l'Ep 'Human Shields' che sfoggia ritmiche meno invasive, tra post metal, doom, stoner e un pizzico di hard blues che male non ci sta.
Promuovo i Waste Cult a pieni voti, se questo è l'antipasto le altre portate saranno senza dubbio succulente e gustose, attendo impaziente.
Klaus Petrovic