Nell’ermetico nome di Tweedledead si concentra il lavoro di questo progetto one man band creato da nientepopodimeno che da un vero veterano del Metal estremo italiano che ha lasciato segni indelebili militando nei Sepolcral.

Ritagliandosi il suo tempo viene assemblato questo magma inferocito che unisce varie sfumature musicali dal Death Metal più classico, a quello moderno, fino a sventagliate Grind e Black Metal senza scadere nella scontatezza viene dato alla luce questo “Infernotes” un titolo inquietante che si intreccia con un filo conduttore tematico molto serio: guerre, alienazione tecnologica, droga, ipocrisia, Idiozia eretta a sistema, mass media ecc., c’è tutto il male del mondo contemporaneo in cui viviamo. Anche l’Artwork decisamente insano ed allo stesso tempo artisticamente molto visionario e serissimo rende bene l’idea.

Remains” ci sbatte subito un pugno in faccia con un growl cavernoso ed incazzatissimo, i ritmi incalzanti e tritaossa non lasciano scampo, spazzano via tutto, un ottimo death metal tecnico e letale.
Un epicissimo e disarmonico intro apre “Angel Mud“, un impennata e parte la furia, qui la venatura modern death è più marcata e il tutto è gustosamente denso di striature sonore eccellenti andando verso “Kingdom Collapse” che spinge al limite col Grind adornato di giochi di chitarre all’occhiello.

Psychotropic Lies” dopo un intro spiazzante alterna furia cieca con fasi di Stop and Go che schiacciano come massi ed un drumming precisissimo e distruttivo, lanciandoci alla bolgia infernale di “Cain” che ci sbatte al muro senza giri di parole stoppata dalla allucinata chitarra “power” che introduce “Ad Extirpanda“, un brano che punta più su ritmi lenti e cupi, anche il cantato ha molto più riverbero e pathos creando un atmosfera brutalmente onirica riesplodendo sul finale in tutta la sua carica death.

Liars” è il brano più influenzato da Black Metal di tutto l’album, una chitarra gelida infarcisce un ruggito pieno di rabbia repressa che si dà al libero sfogo, dando spazio però anche a parti dove le chitarre giocano in territori più “sinfonici”, oserei dire sfasciando tutto nella schizoide “Queen” diluita nel Grind con ritornelli stridenti.

Meravigliosamente old school la velenosa “Influcancer“, una dichiarazione di guerra dissacrante con riff portante che ci riporta in pieno death anni 90, anche qui una maestria compositiva veramente sopraffina.

Nightmares” ci ipnotizza con un maestoso e tetro intro che va ad incorporarsi al meglio con la ritmica marciante del brano entrandoci indelebilmente in testa portandoci a “Sins” dal sapore quasi alla Death dei fasti di ‘Symbolic‘, death metal progressive che tesse una atmosfera plumbea e riflessiva.
L’opera si chiude con “Rostov Butcher” che ci taglia le orecchie mettendo in musica gli impulsi omicidi.

Una parola per descrivere questo album è “ferocia”, tanta ferocia in ogni nota e nel growl impressionante. Ma non solo, si percepisce ovunque una grande maestria compositiva e strumentale, una grande passione sentita fino al midollo, un desiderio forte di dar tributo alla propria formazione musicale, dare sfogo alla propria rabbia sensibile verso il mondo che ci circonda e una forte volontà di portare avanti questa musica.
Fan del Metal estremo lanciatevi a recuperare questa perla e a dare supporto.
Veramente ottimo lavoro !

 

Draugar

 

Tracklist:

  1. Remains
  2. Anger Mud
  3. Kingdom Collapse
  4. Psychotropic Lies
  5. Cain
  6. Ad Extirpanda
  7. Liars
  8. Queen
  9. Influcancer
  10. Nightmares
  11. Sins
  12. Rostov Butcher
  • Anno: 2023
  • Etichetta: Lethal Scissor Records
  • Genere: Death, Black metal

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