Questa band ha tutta l’aria di essere uno di quei progetti nati quasi per scherzo, della serie – Ma se ci si vedesse ogni tanto e si tira giù qualcosa? Così per stare un po’ insieme senza impegno.

Ma se la via che porta al Rock viene fatta in compagnia di una pletora di fenomeni delle dodici note, allora da una prova ne viene fatta un’altra e cresce il desiderio di iniziare a strutturare ciò che viene eseguito con il senso del bello e della perizia tecnica.

Last In Time nasce per l’appunto come band studio nel 2021 con a capo delle operazioni Massimo Marchetti (fisionomicamente una via di mezzo fra Davide Nicola, l’allenatore di calcio, e Nicholas Cage l’attore), un artista che, come tanti altri, ha iniziato le proprie esperienze musicali nelle amate – odiate cover bands. Ha maturato il credo chitarristico facendo sue le lezioni dei più grandi guitar – heros degli anni ottanta e novanta (si sentono tracce di Malmsteen, di Steve Vai, di Van Halen e anche di Moore), traendone sicuramente ispirazione ed approfondendone il gusto stilistico. Suona la chitarra da quasi trenta anni, ha seguito un lungo percorso didattico tra i quali, nel 2000, il prestigioso Music Academy di Bologna. Insegnante, non è particolarmente virtuoso, ma soprattutto per il fatto che è capace nel riuscire a piegare la tecnica alle regole fugaci dell’inventiva, notevole nel raccontare tramite il suo strumento le dinamiche di una emozione effimera tanto breve quanto intensa.

Ancora non ho accennato alle svariate collaborazioni; permettetemi di elencare le talentuose presenze che giganteggiano in questi brani.

Igor Piattesi insieme a Caterina Minguzzi si suddividono le parti solistiche e i cori soprattutto nell’opener, una song molto 80’s e dal sapore american radio edit; troviamo i due anche nella successiva “How Long“, un brano ai confini del Metal ma con inserti decisamente più Aor oriented, ed infine le due ugole portentose si palesano nella struggente “Believer In Love“; nella quinta traccia, dove sembra far capolino Bryan Adams, la Minguzzi tira fuori le unghie e si presenta sotto le vesti di Alannah Myles. Detto che il Marchetti in tutte le composizioni è ben supportato e coadiuvato da una sezione ritmica di tutto rispetto formata rispettivamente da Luca Nicolasi al basso e da Giacomo Calabria alla batteria, troviamo Andrea Lo Verde alle tastiere in “Mr Fantastic.” con un incipit in pieno anni 80 con gli Accept a fare da apri pista; presumo sia il fratello di questo ultimo, tale Emanuele, quello presente nelle tracce sei, sette e nove, mentre, sempre alle tastiere, nei rimanenti quattro brani c’è Alessio Mosconi.

Una citazione particolare alla composizione che chiude questo lotto di ottimi brani che oscillano fra un Aor in purezza ed un Hard Rock di classe: “Winter In May” parte con degli armonici per poi lasciare lo spazio ad un arpeggio ed un giuro di basso veramente interessanti. Lenta, triste, malinconica, una canzone dove si narrano relazioni parentali, perdite, crescite, maturazioni e speranze. Non è mai troppo tardi per far uscire un ottimo disco.

Leonardo Tomei

Tracklist

  1. The Way To Rock
  2. How Long
  3. Road To Redemption
  4. Believer In Love
  5. Moonlight Dreamers
  6. The Animal
  7. Too Late
  8. Mr. Fantastic
  9. Winter In May

 

  • Anno: 2024
  • Etichetta: Rockshots Records
  • Genere: Aor, Hard Rock, Heavy Metal

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