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Wheels of Fire
Dopo esserci occupati in sede di recensione di “Hollywood Rocks”, è con piacere che vi proponiamo questa intervista a Davide “Dave Rox” Barbieri cantante e leader dei Wheels Of Fire. Ma prima di buttarvi nella lettura, eccovi un assaggio del loro debut album.
IdM: Dave, benvenuto sulle nostre pagine elettroniche. Prima di tutto raccontaci qualcosa di voi: chi siete, come vi siete incontrati, come è nascono i Wheels Of Fire...
Davide: Il progetto nasce nel 2006 quando decisi di far ascoltare alcuni demo a Michele Luppi (Ex Vision Divine, Killing Touch, Los Angeles) mio vocal coach in quel periodo. Michele mi propose subito di collaborare per la registrazione di un album, così incominciammo a lavorare sull’arrangiamento dei vari pezzi che nel frattempo avevo scritto. In quel periodo conobbi il chitarrista Stefano Zeni, suonavamo insieme in una cover band e mi resi subito conto delle sue grandissime potenzialità, così gli chiesi di partecipare al progetto e lui accettò subito e con grandissimo entusiasmo. Iniziammo così le registrazioni di “Hollywood Rocks” nell’estate del 2007 per finire nei primi mesi del 2010, tre lunghi anni in cui abbiamo dato il meglio per ottenere il massimo da questo nostro debut album. Anche se tutto è cominciato dalla mia testa e dal mio cuore, oggi i Wheels Of Fire sono una band con me alla voce, Stefano Zeni alle chitarre, Marcello Suzzani al basso, Fabrizio Uccellini alla batteria e Andrea Vergori alle tastiere.
IdM: Curiosità sul nome del gruppo, che a me ha ricordato tutt'altro “genere”... Perchè Wheels Of Fire? Di chi è l'idea?
Davide: All’inizio il nome per questo progetto doveva essere "Dave Rox", ma in accordo con Gregor Klee, il boss della nostra label tedesca Avenue Of Allies, abbiamo deciso di scegliere un moniker più gradevole e vendibile che rappresentasse una band. Così decidemmo il nome “Wheels Of Fire”.
IdM: Come nasce la collaborazione con Michele Luppi? E quella con la casa discografica tedesca Avenue Of Allies?
Davide: Conosco Michele dal 2006, quando era mio vocal coach. Da lì è nata la nostra collaborazione e la mano che ci ha dato nell’arrangiare i brani presenti sul nostro debut album è stata importantissima. Lavoriamo molto bene insieme e si è instaurato un rapporto professionale molto forte, io mi fido di lui e lui si fida di me e questo fa la differenza. Sono entrato in contatto con Avenue Of Allies grazie ad un altro mio caro amico e collaboratore che mi ha messo in contatto col responsabile dell’etichetta, Gregor Klee. Gregor fin da subito ha dimostrato di credere molto in questo progetto e il suo lavoro dal punto di vista della promozione è stato super. Sono convintissimo di aver fatto la scelta più giusta che potevo firmando con la Avenue Of Allies.
IdM: Non riesco a non chiedertelo... Italiani? Sicuri sicuri? “Hollywood Rocks” è un album che sa di California dalla prima all'ultima nota: da dove arriva questa passione per il rock stile Los Angeles?
Davide: Sono cresciuto ascoltando prevalentemente rock melodico anni ’80, quindi è stato un processo naturale trasferire quelle che sono state da sempre le mie influenze in questo nostro primo lavoro in studio. “Hollywood Rocks” è proprio un omaggio a quelle sonorità con sui mi sono avvicinato al mondo della musica.
IdM: Van Halen, Bon Jovi o chi altri? Quali le vostre maggiori influenze?
Davide: I Bon Jovi sono stati la band insieme agli Europe che mi hanno fatto amare la musica e questo genere sin dal lontano 1986. Ma come potrei non citare anche altri nomi tipo White Lion, Firehouse, Winger, Moltey Crue, Danger Danger e così via!
IdM: Come nasce un vostro brano?
Davide: In questo primo album i brani sono stati scritti tutti da me, dopodiché insieme a Michele Luppi abbiamo lavorato al loro arrangiamento. Mentre per i nuovi brani che stiamo attualmente scrivendo, siamo io e Stefano che ci troviamo a comporre. Ci basta una drum machine, dei bei riff di chiatarra e tutto ha inizio!
IdM: Quali sono i brani a cui ti senti più legato?
Davide: Sono legato a tutti i brani...ma se devo scegliere ti posso dire “Love Nest” che ho scritto in momento di importanti cambiamenti nella mia vita, “Hollywood Rocks” che ho scritto durante il mio primo viaggio negli States, e “You're So Cool” che è stata la prima canzone che ho scritto, quando ancora la possibilità di registrare e far uscire un mio album era solo un sogno!
IdM: La title track “Hollywood Rocks”: un pezzo che non ha nulla da invidiare nemmeno ai migliori Van Halen... che ne dici?
Davide: Questo brano l’ho scritto mentre mi trovavo sul sunset strip e precisamente tra due locali famosissimi e di riferimento negli anni ’80, il Roxy e il Rainbow. Sulla facciata di uno di questi era appeso un enorme poster con scritto “Hollywood Rocks” e subito ho pensato: “che figata di titolo per una canzone!”. Chiudendo gli occhi ho provato a volare indietro nel tempo negli anni ’80. E’ un pezzo ricco di energia e di carica!
IdM: Due parole sulle ballads: “I Can't Live Without You”, “Love Nest”, “Little Prayer”... una più bella dell'altra. Da quali emozioni e suggestioni nascono?
Davide: Grazie mille! Un loro punto in comune è quello di averle registrate con un vero pianoforte acustico e questo ha dato più qualità e ampiezza ai brani stessi. “I Can’t Live Without You” l’ho scritta per un mio amico che stava passando un momento relazionale difficile con la propria ragazza. “Little Prayer” è dedicata a coloro che hanno significato molto nella nostra vita e che continuano a farlo anche se non sono più vicini a noi. “Love Nest”, come dicevo prima, l’ho scritta durante importanti cambiamenti nella mia vita ed è un pezzo di cui sono molto orgoglioso. Un grande lavoro è stato fatto nell’arrangiamento di archi ad opera di Frank Nemola (Vasco Rossi).
IdM: L'AOR è un genere che si distingue per frivolezza e toni spensierati, caratteristiche sulle quali è difficile innestare testi di un certo “spessore”: cosa ne pensi? Che peso dai alle due componenti?
Davide: Secondo me i testi sono molto importanti, quasi quanto la musica. Sono d’accordo comunque con te quando dici che il genere predilige temi di poco spessore…
IdM: Raccontaci qualcosa delle vostre esperienze live: come vivete il palco?
Davide: Sul palco ci divertiamo tantissimo! E’ come se suonassimo insieme da una vita. L’emozione di poter far ascoltare ad altra gente i propri brani è qualcosa di fantastico, peccato che qui in Italia tutto questo sembra non interessare ai gestori dei locali che continuano a propinare le solite cover e tribute band…
IdM: Per un soffio non avete suonato all'Heineken Jammin' Festival e per i Bon Jovi: cosa vi hanno lasciato queste esperienze?
Davide: Sono state indubbiamente esperienze bellissime. Soprattutto quella organizzata dalla Edison per aprire ai Bon Jovi. Siamo arrivati alla finalissima che si è svolta su un palco incredibile a Vigevano. Arrivare fino in fondo dopo una selezione di oltre 600 band è un motivo di grande soddisfazione e ti da lo stimolo ad andare avanti credendoci ancora di più!
IdM: Internet: la vivete come un'opportunità o come un ostacolo? Parlaci del vostro rapporto con la rete.
Davide: I vantaggi sono quelli di poter far conoscere il proprio nome in maniera veloce ed efficace con l'uso dei vari social network quali facebook, twitter, youtube, myspace. Lo svantaggio è quello che le vendite sono diminuite drasticamente negli ultimi anni a causa del download illegale, questo rende sempre più difficile poter dare continuità a dei progetti validi perché non si riesce a rientrare con le spese dovute alla registrazione e alla pubblicazione di un album.
IdM: In una scena musicale in cui tutto è già stato detto, scoperto e inventato, la critica più frequente che un gruppo si trova ad affrontare è il classico “manca di originalità”: quale è la vostra ricetta per tentare di allontanare lo spettro della banalità?
Davide: Secondo me l’importante è scrivere dei pezzi che nascono dal cuore e dalla passione che si ha per la musica e per questo lavoro, inoltre per me è fondamentale cercare di ottenere il massimo dal punto di vista della qualità e quindi la ricerca dei suoni giusti e perché no la sperimentazione di sonorità diverse…tutte cose che danno al pezzo un qualcosa in più e che possono aiutare ad essere meno “banali”. Poi è ovvio che le influenze si potranno far sentire, è normale.
IdM: Progetti futuri?
Davide: Attualmente stiamo scrivendo nuove canzoni per il prossimo album che uscirà l'anno prossimo insieme al nostro primo video; il sound sarà più fresco e attuale ma radicato comunque nel Rock Melodico. In più vorremmo portare la nostra musica fuori dai confini italiani, promuovendoci in tutta Europa con live e festival.
IdM: A te la conclusione: hai un messaggio ai lettori di IdM?
Davide: Grazie ancora per la bellissima intervista e a tutti i lettori non posso far altro che dire KEEP ON ROCKING!!!
E finiamo in bellezza con questa splendida versione acustica "Little Prayer"
Intervista a cura di Luy C.