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Alchem
In occasione della Dark Metal Fest: Voices From The Soul a Stazione Birra gli Alchem, poco dopo il check sound del pomeriggio, si intrattengono con Italia di Metallo per un'intervista, nella quale raccontano la loro storia, dagli inizi fino al Novembre del 2011 quando esce Florilegium, l'antologia che racchiude i tre demo precedenti, demo05, Shadows e Whispering. Attualmente gli Alchem sono formati da Annalisa alla voce, Pierpaolo alla chitarra, Paolo al basso e Massimiliano alla batteria. Non si può etichettare o incanalare la loro musica in un unico genere, perché si tratta di un Prog Metal che include molte influenze racchiuse in una sperimentazione multistrato. Un'alchimia di suoni, si potrebbe definire, perché nella storia del gruppo c'è anche la collaborazione di una violinista. Quindi, classica, rock, metal, prog, ma anche una venatura blues: ecco perché il suond degli Alchem non si può ricondurre esattamenre a un alternative prog metal. Vanno oltre. Ne parliamo direttamente con Annalisa, la voce del gruppo.
Grazie per questa intervista con Italia di Metallo. La musica degli Alchem è particolare, mi ha colpito l'accostamento metal-classica. Diteci di più su questo modo di intendere la musica e l'essenza della band. Perché tanta sperimentazione? Come nasce il progetto Alchem?
Alchem è un progetto fortemente voluto da me e dal chitarrista, Pierpaolo. Abbiamo unito le nostre idee e la nostra creatività. In realtà non pensavo di suonare metal, ma un altro tipo di musica. Avevo dei gusti che si discostavano da quelli di Pierpaolo, metallaro incallito. Abbiamo incorporato il nostro background in questo progetto, in cui abbiamo incluso i nostri gusti musicali, invece di orientarci verso un genere predefinito. Ed è così che sono nati i brani: tutto è convogliato in Alchem, un progetto che rappresenta tutti. Abbiamo stretto collaborazioni con musicisti di varie estrazioni che ci hanno permesso di allargare, arricchire i nostri orizzonti e sperimentare, andare oltre, come è avvenuto per la collaborazione con la violinista. Attraverso varie e ripetute prove, siamo riusciti a raggingere un equilibrio, una strada comune.
La vostra prima demo è uscita nel 2005. Diverse recensioni positive, definendovi gothic, hanno testimoniato che effettivamente questo esperimento funziona...
Ci hanno definito gothic, è vero, e noi abbiamo acettato di buon grado questa definizione. Abbiamo continuato su questa strada, pur non identificandoci in un genere ben preciso.
Le contaminazioni che provengono da generi musicali diversi, sono ricorrenti all'interno dei vostri brani. Alcun sono impostati e studiati secondo la scuola di Robert Fripp dei King Crimson. Come sperimentate la musica?
Nella nostra musica ci sono contaminazioni che provengono dal genere progressivo, degli anni '70, tipo i King Crimson o i Primus. Questo avviene, appunto perché ognuno nel gruppo ha apporttato il proprio background. E non solo si parla di rock progressivo degli ann'70, che adoro, ma anche di altri generi, tipo per quanto mi riguarda, sono influenzata anche da cantanti come Kate Bush e Tori Amos. Il nostro batterista viene dal conservatorio e, oltre al progressivo, ama il jazz, il blues suonando in realtà musicali totalmente diverse dalla nostra. Il nostro bassista è più predisposto verso i Tool. Tutto questo è Alchem.
Il testo si amalgama al particolare sound di Whispering Clouds, il vostro primo video ufficiale e il vostro primo singolo. Raccontateci la storia di questo brano. Com'è nato?
Whispering Clouds è il nostro primo singolo e ha visto anche la nascita di un video, grazie anche alla collaborazione del nostro bassista Paolo Tempesta, che è anche un ottimo videomaker. E' interamente autoprodotto, il testo è stato scritto interamente da me. Parla della società postmoderna e della crisi non solo economica, ma anche di valori che stiamo attraversando. La situazione contingente che stiamo vivendo non è facile. C'è una totale mancanza di fiducia nel futuro, nei legami e nella possibilità di costruire qualcosa di concreto. Si vive alla giornata, e quindi i legami, i rapporti umani ne risentono. E' tutto collegato. Da un lato c'è sfiducia, dall'altro c'è anche un tentativo di trovare conforto l'uno nell'altro, e ci si rifugia nello spirituale, che alla fine è riconducibile all'essenza della realtà. Siamo spiriti in un mondo materiale, come dicevano i Police che ascoltavo da piccola e di cui ho capito il significato tanto tempo dopo. Facendo un'analisi introspettiva dentro di me, ho sviluppato una percezione diversa della vita, che ho traslato anche nei testi degli Alchem.
Una vostra canzone è intitolata proprio Sprits of the Air, un brano dal sound mistico, etereo. Che cosa simboleggia?
Noi in realtà siamo fatti da spirito, come tutto ciò che ci circonda lo è. In questa prospettiva, nulla di ciò che esiste è reale: qui entrano in campo tutte le forze primordiali dell'universo, che in particolare hanno ispirato il testo di questa canzone in una sorta di preghiera. Aria, acqua, fuoco e terra sono elementi che si trovano anche dentro di noi.
State portando avanti la parte live, un aspetto a cui date importanza. Come avete intenzione di promuovere la vostra musica da ora in avanti? Aneddoti relativi ai vostri concerti?
Proprio oggi in macchina ridevamo per tutte le volte che abbiamo sbagliato strata nonostante il navigatore. Uno degli aneddoti più divertenti è quando, per andare a Viterbo, abbiamo visto il cartello 'Benvenuti in Abruzzo'. E' stato uno dei momenti più esilaranti. Abbiamo conosciuto persone molto interessanti, piene di vita, energia, voglia di fare. Persone creative, persone che veramente vogliono che la realtà sia diversa da quella che i mass media vogliono farci vedere. L'importante nella creatività credo che sia riuscire a esprimere se stessi. Quindi durante questi anni di esibizioni live ho conosciuto molte persone eccezionali che mi hanno aiutato a crescere e mi hanno ispirato nel corso degli anni.
Grazie agli Alchem per Italia di Metallo e Stay rock!
Ilaria Degl'Innocenti