Voto: 7.5
Quella che mi trovo ad affrontare questo mese è l’opera prima dei Roxin’ Palace, gruppo proveniente dal Friuli ed attivo da un paio di anni (o almeno questo è quanto si può intuire dalla loro pagina facebook, visto che non ci è pervenuta nessuna biografia).
L’album si apre a grande velocità con la traccia omonima “Roxin’ Palace”: zero fronzoli e tanta potenza, un’ottima premessa che fa subito ben sperare sulla qualità del resto delle canzoni. La successiva “Wildest Party” è invece il primo singolo tratto dal disco che, forte di un testo nella migliore tradizione sleaze/hard rock (vi dico solo che il testo inizia con “one more night for the sinner’s soul”, fate un po’ voi…), vi farà alzare al massimo il volume. Irresistibile.
Arriva poi “Relaxin’ Shok 108”, altro bel brano di facile memorizzazione, che mantiene alto lo standard di questa produzione. Con “We Are Loosing Both” sembra arrivato il momento della ballad, ma non cascateci, dopo appena qualche secondo ecco che ritornano la grinta e la potenza a cui ci hanno abituato fin dall’inizio dell’ascolto. Tra l’altro questa traccia, scelta come secondo singolo, si arricchisce della presenza alla voce di Damna, meglio conosciuto come cantante di Elvenking e Hell In The Club.
Dopo “Viper’s Advice”, finalmente con “Gothic L.A.” arriva la mitica ballad scioglifanciulle. Piazzata strategicamente a metà disco, ci permette di scoprire un’altra sfaccettatura delle composizioni della band. Traccia a mio parere perfetta, costruita su un crescendo di emozioni date dal connubio tra parole e musica, fino ad esplodere nel refrain. Bello e sognante l’assolo centrale e grande prova per il singer che si distacca dal modo di cantare finora adottato. Dieci e lode solo per questa!
Siamo ormai verso la conclusione dell’album, e chi glielo fa fare a questi cinque rockers di rallentare il ritmo? Nessuno, finchè ci riescono senza risultare ripetitivi. Ed è un gran merito questo: mantenere uno stile lineare per tutto il disco senza rischiare di sfornare canzoni troppo simili tra di loro. Altro punto a favore!
È dunque su questa scia che scorrono brani come “Empty Virus” e “Collapsin’ Park”, fino ad arrivare a “Modern Middle Ages” che vede ai microfoni il secondo guest, Demian Von Dunkelwald, con una voce più sporca ed aggressiva di quanto ascoltato finora.
È infine la sezione ritmica ad introdurre l’ultima traccia, “Tears On The Road”, che per la sua freschezza e spensieratezza ricorda molto l’attitudine dei The Darkness, e ci porta direttamente alle conclusioni finali.
Il gruppo è molto promettente e va tenuto d’occhio, con un debut come il loro non si passa inosservati (tra l’altro girano buone recensioni anche al di fuori dei confini nazionali). Il giudizio che ne esce è di una formazione compatta, sebbene insieme da pochi anni, con le idee già ben chiare (per fortuna) su come fare musica, senza restare soffocati nel mare di gruppi senza identità e senza spunti creativi che ormai ci circonda.
In bocca al lupo quindi, sperando che per voi non ce ne siano troppe, di “lacrime durante il percorso”!
Elena Merlin
- Anno: 2013
- Etichetta: Saol Music
- Genere: Glam/Hard Rock
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