Proviene da Pistoia questa band nata nel 2022 dalle intenzioni di chi vuole proseguire il diffondersi del verbo metal in giro per il mondo.

Dalla nota di accompagnamento si legge che il progetto vede la luce grazie alle intenzioni del chitarrista Luciano e del cantante Loris, i quali con alle spalle anni e anni di esperienza passati in varie band dedite sia a covers, che tributi sia a brani originali, decidono di mettere nero su bianco le proprie idee artistiche coadiuvati dal bassista Gianni e dalla corista Angela, dal secondo chitarrista Yuri e dopo lunga ed estenuante ricerca  Paolo De Vecchi alla batteria e di sottoporsi in ultima analisi ad un eventuale pubblico ludibrio.

Questo “Face The Demons“, uscito per Nova Era Records, non fa altro che inserirsi nella innumerevole e quasi infinita produzione di materiale metal senza spostare di una virgola il già sentito, tutto ciò che è stato suonato e cantato da circa quaranta anni a questa parte.

Si parte con il primo pezzo, una traccia molto tirata e assai vicina, quasi al confine, con un certo Speed metal, dove la voce, secondo me, non riesce a staccarsi da retaggi ottantiani a – la Diamond, cercando, invano, di avvicinarsi a quella di Dane (versione Nevermore più che Sanctuary).

Molto cadenzato e pesante è il brano “Follow The Sign” nel quale le linee melodiche del cantato si intrecciano con il telaio costruito dalla chitarra di Luciano, che ricorda vagamente Janne Christoffersson nel riffing.

Sulla stessa linea la terza traccia che manca un po’ di originalità e che ricorda abbastanza in maniera palese gli Iced Earth del ben noto Jon Schaffer.

Si arriva, come era ipotizzabile a questo punto del disco, ad una sorta di pezzo lento dove si evidenziano limiti timbrici nella voce: a volte si ha come l’impressione che cerchi di inseguire l’esatta tonalità del brano.

Molto maideniana è “The Rise Of The New God” in primis nel riff di inizio ed in secundis nell’incedere della traccia ed infine anche per la sua durata, ben oltre i sei minuti.

Un inizio di tastiere con una sonorità che può stare nel mezzo fra quelle usate in “Turbo” dai Judas Priest e quelle utilizzate dai primissimi Queensryche, dà il via al mid tempo di “Thunderdome” pezzo anche questo molto cadenzato che può indurvi in tentazioni di headbanging furioso con grossi rischi per la vostra cervicale…

La settima canzone è la classica traccia riempi disco, quelle scritte perché il contratto impone alla band un determinato numero di pezzi da incidere e da inserire nell’album.

Si chiude con due componimenti in odor di Manowar: l’incipit di “Man Of The Future” ricorda, sebbene molto alla lontana, quello di “Defender” (i difensori del vero metallo!); la prosopopea vocalistica è ancor più marcata, e vicina a quella di Adams, nella song che chiude questo album di esordio, la ballad “My Heros“.

Leonardo Tomei

Tracklist:

  1. Burning Fire
  2. Follow The Sign
  3. Hell On Earth
  4. Redemption
  5. The Rise Of The New God
  6. Thunderdome
  7. After The Darkness
  8. Man Of The Future
  9. My Heros
  • Anno: 2023
  • Etichetta: Nova Era Records
  • Genere: Heavy Metal

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