I Carna sono una nuova realtà romana portata avanti da musicisti con qualche anno di esperienza alle spalle e, sulla carta, la loro proposta è decisamente interessante: un Death Metal melodico con una grande attenzione ai testi, imperniati sullo studio degli antichi popoli italici che, prima di loro, hanno abitato il Lazio.

Nonostante l’indubbio fascino della materia, però, il risultato è vicino a quello stile didascalico, descrittivo e poco inventivo o evocativo, del quale gli Amon Amarth sono tra i più spudorati esponenti. Tuttavia, la scelta di scavare nell’oscurissima materia della religiosità preromana salva i Carna da derive di sputtanamento norreno, ricollegandoci a radici archetipe e profonde, un patrimonio a cui attingere a piene mani e che garantirà al quintetto capitolino una discografia potenzialmente illimitata.

Ad alimentare questo fuoco sono in prima battuta il chitarrista Alessandro Croce, principale compositore, assieme al fido batterista Adriano Luzzi, mentre i testi sono interamente opera del cantante Mauro Spadoni.

Questo EP racchiude i primissimi passi della band, unendo quelli che, un tempo, avremmo definito i loro primi due demo: le prime due tracce risalgono infatti al 2021, con la formazione a quattro e Riccardo Ruzzolini al basso, mentre sulle seconde due possiamo sentire l’ugualmente valido Gianluca Turibio e gli assoli di Tommaso Vellucci.

Non la farò tanto lunga: il risultato di questi quattro brani l’ho trovato un po’ deludente, forse per via delle aspettative troppo alte (la loro presentazione era piuttosto lusinghiera…), forse per gli effettivi elementi di criticità che andrò ora ad illustrare.

Nel ricco almanacco di personaggi che i Carna ci presentano, il primo è il bifronte Giano, qui proposto come dio degli dei nella lunghetta “Giano Divorum Deum”, una composizione cadenzata di cinque o sei riff non particolarmente brillanti e piuttosto derivativi, ma dalla convincente atmosfera oscura e muschiosa, con arpeggi distorti, ritornello noiosetto e una sezione più serrata che lascia un po’ il tempo che trova. La componente musicale più interessante è il basso fretless di Riccardo. Ciò che mi convince di meno è la batteria e non perché Adriano non sia un bravo musicista, ma perché il suo lavoro di arrangiamento viene annichilito da quelli che mi sembrano dei suoni campionati e, soprattutto, dall’utilizzo del metronomo fisso, che toglie ogni elemento di urgenza, ferocia e pericolosità silvana alla musica del gruppo, che viene addomesticata e domata proprio laddove vorrebbe coinvolgerci nella sua primordiale istintività. Poi c’è Mauro che, nonostante il cognome epico, per via di una fortissima zeppola (che il growl enfatizza anziché mascherare) risulta spesso grottesco, impedendoci di calarci in maniera credibile nelle atmosfere tratteggiate. 

Eternal Sadness” mi ha coinvolto grazie al suo esplicito riferirsi a quel suono svedese che tanto mi affascinò negli anni novanta e che dà vita a un ritornello molto accattivante. Belle le alternanze tra il riffing up tempo e l’inserto centrale in sei ottavi, che accoglie anche un assolo (non particolarmente incisivo), mentre ascoltiamo le intricate vicende tragiche della ninfa Canente, figlia di Giano e moglie del re Pico, e della rompiballe maga Circe, che dà loro il tormento. Allarme spoiler: ovviamente finisce male, con lui trasformato in picchio e lei che si strugge fino a svanire nel Tevere. Lo confermo: è ottimo materiale per fare musica Metal!

Così come lo è la vicenda dei “Sorano’s Wolves”, i misteriosi uomini lupo devoti agli dei. Musicalmente abbiamo un assalto in doppia cassa che richiama i già citati Amon Amarth, un paio di bei fraseggi costruiti sulla scala minore armonica, l’ormai consueto ritornello epico, un bel solo sul giro di “Childs Play” dei Carcass e una struttura semplice e snella, basata su quattro riff.

Più o meno su coordinate analoghe cavalca “Ride Of Duelona”, forte di un tema melodico di facile presa sui ritornelli, momenti di protagonismo del bassista Gianluca e un gustosissimo assolo di Tommaso. C’è anche un momento di intenso blast beat, la cui efficacia è fortemente inficiata per i motivi che ho già adombrato.

Logo e grafica sono piuttosto bruttacci, anche se l’idea era carina.

Spero che i Carna possano presto esprimersi a livelli più alti, perché il progetto è interessante, ma bisogna che la “genuina ricerca di originalità” (cit.) diventi una realtà.

Marcello M

 

Tracklist:

  1. Giano Divorum Deus
  2. Eternal Sadness
  3. Sorano’s Wolves
  4. Ride Of Deulona
  • Anno: 2023
  • Genere: Melodic Death Metal
  • Etichetta: Ver.So. Productions

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