Qualche anno fa, girellando su Facebook, mi appare la pubblicità di questo libro ‘Eddie deve morire‘. Appassionata di lettura quale io sono, e, come me, il mio “sciagurato” accompagnatore nonché compagno di merende, lo taggo sul post, con la promessa di fargliene regalo al più presto.
Alla fine della storia (quel regalo non è mai stato fatto) invece il libro me lo sono comprata per me, avendo avuto l’incarico di scriverne una recensione.

Antonio Biggio, l’autore, attore e regista, trasferitosi nel Regno Unito si occupa anche dell’insegnamento e della diffusione di tecniche teatrali. Questo è il suo primo romanzo, pubblicato in Italia nel 2021; la versione inglese ha ottenuto 5 stelle su ‘Reader’s Favourite USA‘.

La smisurata passione di Biggio per il genere metal ed in particolar modo per gli Iron Maiden danno vita ad un thriller noir, per i miei gusti, fin troppo zeppo di carne al fuoco, ma comunque di scorrevole e piacevole lettura.
La genialità del libro sta subito nelle prime pagine dove si trova la possibilità (direi a questo punto, l’obbligo) di scaricare da Spotify o da Apple Music la play list delle canzoni nominate nel romanzo.
I continui salti temporali e i continui cambi di scena con altrettanti personaggi, all’inizio rendono difficile entrare nel vivo della storia. In realtà, proseguendo nella lettura, quanto tutti i tasselli sono entrati al loro posto non rimane altro che godersi il racconto.
Una scena del crimine, un cadavere e un poliziotto pasticcione (preso più dalle sue passioni musicali che dalla vita da detective) che si ritrova ad indagare sulla “strana” morte dell’amico di sempre. Vogliono fargli credere che si tratti di un suicidio, ma lui si ostina a non accettare questa versione e si mette, anche trovandosi in seri guai, ad investigare per conto proprio partecipando ad una specie di caccia al tesoro, in cui un indizio dopo l’altro lo porterà a risolvere il caso. Ci sono in gioco sette religiose, inchieste giornalistiche, casi irrisolti da anni di strane sparizioni… insomma di tutto in po’ e, come dicevo, fin troppo.
Sarebbe una scenografia perfetta per farne una serie televisiva di Netflix (se qualcuno lo farà, si sappia che detengo il copyright dell’idea!).
Mi direte voi: e gli Iron Maiden che c’entrano?
E qui viene il bello.
Siamo nel 1982, da poco Bruce Dickinson entra a far parte del gruppo dopo che il precedente cantante ha lasciato la band per problemi di droga e alcool.
Siamo agli albori del planetario successo dei Maiden, in Europa la band è già conosciuta esibendosi come headliner nei concerti, ma in America ancora rappresentano la band di supporto dei più famosi gruppi metal del momento.
Purtroppo c’è chi si pensa che la loro musica e soprattutto i testi delle canzoni inneschino nella mente dei fans pensieri satanici, che incitino la folla a comportamenti poco in linea (direi per nulla) con la religione.
Da qui l’idea di sabotare una data di un concerto (28 ottobre 1982) a Londra, per poter porre fine a tutto questo, senza risparmiarsi su morti eventuali.

Gli appassionati del gruppo, troveranno in questo libro una piacevolissima esperienza nel ripercorrere e ricordare la storia della band.
Per chi invece come me, che mi accontentavo di sapere chi fosse Eddie, ancora non li conoscesse, sarà una modo veramente originale e divertente di poter apprezzare il loro percorso.
Biggio è stato geniale e bravissimo nell’inserire nel testo stralci di canzoni che rendono perfettamente l’idea di ciò che vuole descrivere. Veramente si merita un applauso.
Per quel che mi riguarda, leggere ed in contemporanea ascoltare le canzoni (di qui l’obbligo come dicevo di scaricarne la play list) è stata un’esperienza impagabile, un modo quanto meno diverso di scoprire ed amare (sono in loop da giorni con ‘The Number of the Beast‘) questi idoli di molti.
Sicuramente molte parti sono romanzate ma si basano tutte su fatti reali.

Da quello che viende fuori dalla narrazione delle vicende del libro e dall’immaginario collettivo generale si associa la figura del metallaro ad un “fumatissimo” e “drogatissimo” fan che partecipa a concerti o eventi con lo scopo di sballarsi magari associando le immagini delle scenografie dei palchi o i testi delle canzoni a riti satanici o roba simile.
In realtà “a mio modestissimo giudizio” (per chi mi conosce anche tramite altri canali) avendo preso parte ad alcuni di questi eventi, ho trovato un ordine e una disciplina che raramente ho visto in altre situazioni.
Certo, casi eccezionali ci sono e ci possono essere, come da tutte le parti.
Solo a questo tipo di eventi, persone veramente etereogenee tra di loro e di tutte le età, si radunano per commentare suoni, esecuzioni, e fare bilanci su artisti e beniamini e scoprire con immenso piacere che l’età (magari ormai un po’ avanzata) non ne ha in qualche modo offuscato le performances.
Tutto questo trova conferma in una delle ultime frasi del libro che cita, descrivendo il testo di una canzone: “più che una rappresentazione satanica, era una pantomima ricoperta da un velo d’ironia”.
In effetti con una più attenta interpretazione degli stessi, viene fuori tutt’altro.

In conclusione, trattandosi di lettura assai godibile, scorrevole e assolutamente di lezione e rivelazione, non mi resta che proseguire con “Il sepolcro di Eddie” e “L’enigma di Eddie”.

Francesca ‘Penny’ Faenzi

  • Anno: 2021
  • Etichetta: Blitos
  • Genere: Thriller/Noir

Links:

Sito Ufficiale

Blitos Edizioni

 

Autore