Bravi, bravi, bravi!
I trevigiani Kanseil giungono al traguardo del terzo disco dopo ‘DoinEarde‘ del 2015 e ‘Fulìsche‘ del 2018: ‘Vaia‘ è il titolo, distribuito per la label Bagana/B District da Pirames International.
La curata copertina di Manuel Scapinello ed Eddy Talpo raffigura il paesaggio desolato di uno schianto forestale come uno dei tanti causati della tempesta Vaia, da cui emerge la figura di una lupa che trasporta un cucciolo in bocca, che unisce gli elementi del primo e ultimo brano dell’album, ‘Pian dei Lovi‘ e ‘Vaia‘, a simboleggiare il ciclo di distruzione e rinascita che viviamo nella nostra epoca di grandi cambiamenti climatici e ambientali.

La musica dei Kanseil è annoverabile nel calderone di quel genere che viene chiamato Folk Metal, una commistione di Heavy Metal, strumenti popolari e canti tradizionali: infatti in formazione accanto alle chitarre di Davide Mazzucco e Marco Salvador, il basso di Dimitri De Poli ed alla batteria di Luca Rover, compaiono cornamuse, kantele, flauti e bombarde a cura di Luca Zanchettin e Stefano Da Re; di Andrea Facchin è la poliedrica voce dietro al microfono.
Ma scordatevi la spassionata allegria goliardica degli Alestorm, le tendenze Progressive degli Elvenking o le spruzzate di Power Metal degli Ensiferum; immaginatevi piuttosto i Suidakra, un folk contaminato da sonorità Death e Black Metal con al centro il ruolo dell’uomo nei confronti della natura.
Questa caratteristica si manifesta più marcata in questo ‘Vaia‘ rispetto ai primi due lavori, anche in virtù di una produzione che esalta i suoni elettrici, soprattutto il tappeto ritmico delle chitarre, e la loro integrazione con gli altri strumenti.
Non mancano nemmeno parti melodiche e la voce di Andrea Facchin dimostra una grande capacità di destreggiarsi tra growl e clean.
Come nella iniziale ‘Pian Dei Lovi‘, che vede come ospiti Davide Cicalese ed Elisabetta Rossi dei Furor Gallico, dove l’aggressivo incedere delle strofe apre la strada ad un memorizzabile ritornello sulla scia dei maestri Amorphis, o in ‘Antares‘ che dalla sfuriata Black Metal si trasforma in un coro da cantare a squarciagola sotto il palco.

Il livello delle composizioni è molto alto, non ci sono momenti di calo soprattutto quando la vena folk prende il sopravvento come in ‘Haereticalia‘, in ‘Rivus Altus‘ o nella splendida ‘La Strada di Cento Giorni‘ che narra la costruzione nel 1918, in soli cento giorni, della strada del passo San Boldo da parte dell’esercito austro-ungarico con l’aiuto delle popolazioni locali.
Kosakenland‘ rafforza l’idea che i Kanseil siano una band da concerto mentre in ‘Hrodgaud‘ (con la partecipazione di Federica Leandro), ove si racconta la storia della rivolta longobarda del 776 guidata da Rotgaudo (o Hrodgaud) contro i Franchi, l’epicità trasuda da ogni singola nota tanto da farci venire la voglia di combattere con una bella spada e una mazza ferrata affianco ai rivoltosi:

Sguainando le spade, si sollevò un grido fino al cielo
“Sulla Livenza non si passa!”
Langbart! Immortale civiltà, attraverso il tempo
Hrodgaud! La tua lancia è per noi l’ultimo baluardo
Langbart! Su queste sponde si sceglie la nostra sorte
Hrodgaud! Dietro lo scudo vivrà in eterno la tua libertà

La title track è una mini-suite dedicata alla tempesta evocata nella copertina, Vaia, che si abbatté nel Triveneto nel 2018, lasciando tutt’oggi le terribile tracce del suo passaggio. Con quel perfetto equilibrio tra suoni antichi e vibrazioni moderne i Kanseil ci regalano una piccola perla del loro stile che già da questo album rivela personalità e riconoscibilità.
La grande meticolosità e cura del concept, le tematiche raccontate e descritte, la perfetta produzione e le belle canzoni rendono questo ‘Vaia‘ uno dei candidati alla palma di migliore uscita dell’anno.
Godetevi i video di ‘Antares‘, ‘Hrodgaud‘ e ‘Rivus Altus‘, veramente ben fatti.
Bravi, bravi, bravi!

Filippo Marroni

Tracklist:

  1. Solitaria Quiete
  2. Pian dei Lovi
  3. Antares
  4. Haereticalia
  5. Rivus Altus
  6. La Strada dei Cento Giorni
  7. Kosakenland
  8. Hrodgaud
  9. Vaia
  10. Landro

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  • Anno: 2024
  • Etichetta: Bagana – B District Music
  • Genere: Folk Metal

 

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