Voto: 8

Sono di recente formazione i romani Riti Occulti, nati infatti nel 2011 da un’idea del duo basso/batteria Niccolò Tricarico (sostituito dopo la registrazione del cd dal nuovo bassista Fabio Fraschini) e Ivano Mandola. A seguire fa il suo ingresso Luciano Lamanna ai synth che mette un’impronta più originale alla band, seguito dalle due cantanti Serena Mastracco ed Elisabetta Marchetti. La band sarà poi al completo con l’arrivo di Sara Del Regno a inizio 2012 tastierista in sede live e successivamente in pianta stabile (data l’uscita di Luciano Lamanna)  tanto che registrerà lei le parti del nuovo cd. Registrato un primo omonimo album nello stesso anno, proseguono nel comporre nuovi pezzi già dall’estate 2012 periodo nel quale prende forma questo ‘Secta‘ concept incentrato sull’alchimia e nel quale ogni canzone è dedicata ad un elemento alchemico e la cui produzione è affidata a Lorenzo Stecconi (Lento, Ufomammut, The Secret).

Riassunta la biografia della band posso dire che la stessa si muove in territori di confine tra doom, psichedelia ’70 e black metal.

Dopo la tetra intro di ‘Nigredo‘ l’album assume una propria fisionomia con ‘Plumbum‘ in cui suoni cupi si intrecciano con parti più psichedeliche costruendo un muro sonoro di tutto rispetto se si considera che non vi sono chitarre, quindi grande merito al lavoro svolto da Sara Del Regno. E come non menzionare sin da subito il duo vocale femminile che si erge subito protagonista con lo scream violento di Serena Mastracco e le splendide parti pulite di Elisabetta Marchetti, due vere sorprese le ragazze. Uno scontro/incontro di maleficità e candidezza che apportano valori immensi alla composizione di ogni singolo brano. Brani che toccano minutaggi alti, tra i cinque e gli otto minuti, ma che riescono a rendersi avvincenti come se fossero colonne sonore di film horror tra nere atmosfere e sanguinose scene o di più private messe nere.

Se dovessi avvicinare ad altri il suono dei Riti Occulti mi verrebbe facile nominare dei Mercyful Fate più cupi (ad esempio in ‘Stannum‘ che non disdegna richiami sabbathiani), il Paul Chain più introverso o perchè no i Black Hole mito italiano di tempi che furono.

In ‘Ferrum‘ si distingue un’imponente lavoro di basso su una base di suoni spettrali dettati dai sintetizzatori autentica marcia in più della band. Un viaggio tra incubi, paure e malefici è quello che si sprigiona in ‘Aes‘ dove i passaggi doom si trovano a scontrarsi con momenti tribali ed altri oscuri sempre sotto l’abile guida di Sara e i pesanti suoni della ritmica scanditi da basso e batteria. Altra magistrale prova delle due cantanti.

Pomposa e imponente inizia ‘Argentum‘ che guidata dalla voce, che sembra richiamarci dalle tenebre oscure, di Serena si snoda poi su atmosfere occulte dai tratti più variegati con la batteria che simula una danza tribale per pochi adepti alla setta.. che in un coro sinistro ci accompagna verso la fine.

Non è mio costume descrivere ogni brano, ma dopo ripetuti ascolti non ho potuto fare diversamente per raccontare al meglio delle mie possibilità cosa può trasmettere questo ‘Secta‘ che se ad un primo distratto ascolto potrebbe anche non convincere, dopo svariati ascolti fa scoprire tutto ciò in esso contenuto che non è davvero poco e tanto meno facile. Come non è facile nel 2014 proporre suoni datati in vesti moderne senza scadere nel volgare e nel troppo azzardato restando invece originali.

Prova ne è anche la modulata ‘Argentum Vivum‘ autentico rituale che va in progressione nei suoi sei minuti in un rituale appunto di rara efficacia che trova il suo sfogo massimo nella seconda parte dove suoni d’oriente ci trasportano in un viaggio indefinito e, forse, senza speranza quando la rudezza dei suoni imposti dal basso di Niccolò e dalla voce di Serena prendono il sopravvento.

Su ‘Aurum‘ il rituale si fa altamente spirituale e il brano ne assume la forza per ergersi imponente creando un clima di assuefazione, tra psichedelia e black metal con la pesantezza del doom e un riflusso gotico incentrato sulla voce plumbea di Serena e quella seducente di Elisabetta.

Con ‘Albedo‘ arriviamo alla conclusione di questo viaggio alchemico, viaggio che si conclude in un’orgia di suoni che ci ammaliano, ci avvolgono e ci stringono nel rituale magico che tutto ‘Secta‘ ci vuole trasmettere. Iniziando lento, a suo modo quasi arrendevole per poi mano mano che il brano avanza riportarci dentro l’inferno che si viene a creare e che non ci dà scampo dove la voce maligna di Serena ci trascina senza possibilità di fuggire.

Credo che siamo di fronte a un concept di rara capacità compositiva, e ad una band altamente sorprendente, grazie a chi mi ha dato la possibilità di conoscerli e voi che avete letto chiudete gli occhi e aprite la mente, l’incubo è tra noi…

 

Gary Stone

 

TrackList

1. Nigredo

2. Plumbum

3. Stannum

4. Ferrum

5. Aes

6. Argentum

7. Argentum Vivum

8. Aurum

9. Albedo

 

  • Anno: 2013
  • Etichetta: Epidemie Records
  • Genere: Blackened Doom Metal

 

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