Secondo appuntamento discografico per Enio Nicolini And The Otron dopo l’ottimo ‘Cyberstorm‘ datato 2019. Questa volta ad affiancare il talentuoso bassista pescarese troviamo alla voce una vecchia conoscenza del metal italiano e insieme a Enio negli Unreal Terror, ovviamento sto parlando di Luciano Palermi, una delle voci più belle del metallo nostrano. Alla batteria si cimenta invece Damiano Paoloni e al Synthetizers, Gianluca Arcuri.

Detto questo passiamo all’ascolto dei 10 brani contenuti in ‘Hellish Mechanism‘. Come al solito non ci sono chitarre ma doppie linee di basso (usato con tecniche power-chord, per creare le linee melodiche dei brani oltre alle ritmiche, mentre un’altra linea di basso viene usata a ‘sustain’ e suonata in maniera più convenzionale, come riportato nelle note allegate al cd) che conducono tutto l’album, creando un effetto roboante. La personalità è evidente come una certa originalità di fondo che fa spiccare il valore di questo lavoro, il quale rispetto al precedente, aumenta il potenziale artistico e appunto l’enorme personalità del progetto. I testi sono ambientati in uno scenario sci-fi dove si narrano storie distopiche di un mondo cybernetico, ripartendo dal precedente cd, nel quale si cercano vie di fuga a sistemi di algoritmi di potere e che ci riportano un po’ al mondo attuale..

Dicevo, iniziamo a scorrere i brani, si inizia con ‘Celestial Armada‘ rintocchi di campane ci introducono al suono cupo dettato da basso e batteria (il cui apporto è fondamentale per tutto il cd) sfociando in un heavy metal moderno ma non troppo, in cui la voce di Luciano si trova perfettamente a suo agio. Non c’è timore di osare per Enio e la sua band, il latente classicheggiare che emerge brano dopo brano si scontra felicemente col groove moderno creando un muro di suoni coeso e mai sfilacciato. Già dalla title track tutto questo è evidente, portando il livello compositivo su vette molto alte. Il ritmo ossessivo che viene creato stordisce e stupisce per il suo impatto deflagrante. Un senso di claustrofobia ci prende, il mondo cybernetico degli Otron è come una droga senza via d’uscita. Il ritornello è pressante, incisivo e martella la mente. Le linee melodiche dettate dal basso con l’ausilio sei synth creano un’atmosfera fuori dagli schemi abituali.

Incessante ‘The Cogwheel‘ più melodica, forse, rispetto alle precedenti ma con la batteria che prosegue il suo lavoro tra tribalità e cybermeccanismi. Caotica ma non meno incisiva ‘The Dream‘ con un ritornello ossessivo e ripetitivo, la quale ci introduce alla seguente ‘The Prophecy‘ che inizia al suono di una sirena per poi sfoderare il solito ritmo asfissiante condito da variazioni metallico/elettroniche che sono un po’ il marchio di fabbrica di questo progetto.

The Old Lady‘ del lotto è forse quella più vicina all’heavy metal delle origini, fatte le dovute proporzioni del contesto musicale nel quale ci troviamo. ‘Single Higher Thought‘ è l’unica song che supera i 4 minuti, sia pur di poco, Qui la parte elettronica ci introduce in uno dei brani più assillanti del lotto, la ripetizione sequenziale del ritornello è marcatamente graffiante, oscura e darkeggiante.

Arriva adesso quella che per me è la migliore di questo cd, cioè ‘A Brand New World‘ un concentrato sonoro di pura libidine, dove rabbia e melodia si coagulano creando un climax perfetto per quanto vuole essere comunicato. Ma è proprio la parte finale di questo cd che risulta non essere certo un riempitivo e infatti ‘L’Osservatorio‘, cantata in italiano, è una piacevole scoperta, pura poesia futuristico cybernetica che dà un immenso valore a tutto ‘Hell Mechanism‘ e non lo dico per piaggeria o per la mia atavica voglia di ascoltare metal in lingua madre. Un bravo ovviamente a Luciano Palermi che la sa interpretare da vero Maestro.

Si arriva al gran finale con ‘Final Clash‘ che è anche il primo video singolo estratto che ribadisce l’ottima verve compositiva di Enio e della sua band.

Tirando le conclusioni, ‘Hell Mechanism‘ è un passo avanti rispetto al suo predecessore, la forma band intorno al Maestro Enio Nicolini è perfettamente coronata da un prodotto che si distingue dal marasma dell’attuale mercato proponendo sperimentazioni in una base classica creando soluzioni di indubbio valore artistico. Per chi dalla musica si aspetta evoluzione e non staticità.

 

Klaus Petrovic

 

Tracklist:

  1. Celestial Armada
  2. Hellish Mechanism
  3. The Cogwheel
  4. The Dream
  5. The Prophecy
  6. The Old Lady
  7. Single Higher Thought
  8. A Brand New World
  9. L’Osservatorio
  10. Final Clash

 

  • Anno: 2022
  • Etichetta: Hellbones Records
  • Genere: Heavy Dark Cyber Metal

 

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