Con la recente pubblicazione di “Darkness then Light” per la Metal on Metal si è conclusa la trilogia dedicata dai campani In Aevum Agere dedicata alla prima cantica della Divina Commedia, quell’Inferno che, per chi scrive, ha rappresentato una parentesi davvero interessante (e molto metal) durante gli anni del liceo.

E’ quindi con molto piacere che potrò rivolgere qualche domanda a Bruno Masulli, leader e fondatore del combo campano. Il filo conduttore sarà inevitabilmente il nuovo album, ma cercheremo di esplorare l’universo degli In Aevum Agere alla ricerca di qualche curiosità.

D: Bruno, la band è chiaramente una tua creatura: la genesi dei brani, a livello di tematiche, musica e liriche rispecchia questa situazione oppure è uno sforzo collettivo?

R- Il modus operandi è sempre lo stesso, sono idee, brani e liriche che partono e sono sviluppate dal sottoscritto. Concetti e brani sono completamente scritti e costruiti da me ma la band comunque partecipa in modo attivo proponendo, negli arrangiamenti, proprie idee e il proprio tocco.

D: Prima di parlare del nuovo album vorrei sapere qualcosa in più in merito alle vostre influenze e al vostro sound. Pensi che il vostro stile sia consolidato o c’è spazio per un’ulteriore evoluzione? Il doom è uno stile piuttosto granitico; c’è spazio per innovarlo?

R- Ma, io penso che ci sia sempre spazio per innovare un genere e comunque gli In Aevum Agere non sono mai stati una band tipicamente doom. Benché la fonte di inspirazione maggiore degli esordi è da riferirsi ai Candlemass, le influenze individuali sono tantissime e da quando gli In Aevum Agere, indipendentemente dai cambi di line up, sono divenuti una vera band, ogni elemento porta nel gruppo il suo bagaglio tecnico e culturale.

L’etichetta di “power doom”, che spesso appare tra le recensioni è stato coniata e conferitami da molti addetti ai lavori nel tempo. Il mio background musicale è costituito da influenze di molti generi diversi, dal thrash, dal power, dal death e, col tempo, tali influenze, a prescindere da una base doom comunque evidente, si sono sempre più palesate. La stessa cosa vale sia per Marcello (basso) che per Michele (batteria) che hanno a loro volta il loro background e questo arricchisce la musica e ne plasma un sound molto personale. In questo senso “Darkness, Then Light” non fa eccezione, è un’opera nata da mie idee arricchite da quelle miei compagni

D: Venendo alla pubblicazione di “Darkness, Then Light”, come ci si sente dopo aver concluso una tale fatica, soprattutto considerando che ognuno dei tre capitoli dell’opera (Limbus Animae del 2014 e Canto III del 2019) hanno ricevuto recensioni egregie?

R- C’è, in primis, la consapevolezza di aver dato sempre il massimo. Pretendere che le cose vengano realizzate e finalizzate nel modo migliore anche perché non ci sono scappatoie per fare le cose bene e i lavori precedenti sono una base solida su cui prendere spunto. La maggior parte delle recensioni sono molto positive, talvolta severe, minuziose e costruttive ed è una cosa importante, perché ciò significa ricevere rispetto per il tuo lavoro al di la di un voto o di un giudizio.

Photos by Laura Brasile.

D: Il progetto è stato concepito fin dall’inizio come una trilogia oppure è cresciuto con la composizione di nuovi brani con cui avete esplorato il viaggio di Dante e Virgilio?

R- No, l’idea di chiudere con una vera e propria trilogia si è manifestata via via. Dopo “Emperor Of Hell Canto XXXIV” scrissi nuovi brani e in principio avevo l’intenzione di pubblicare un semplice Ep ma la realizzazione di altro lavoro intero successivo all’ultimo disco era nell’aria. Di conseguenza, proposi alla band il progetto di chiudere il tema di Dante, per quel che concerne l’Inferno, con un full length e l’idea fu accolta appieno. Stesso discorso vale per anche per la nostra etichetta che era ci ha spinto nella direzione dell’album.

D: Una curiosità sul titolo… ha a che fare con “E quindi uscimmo a riveder le stelle” ?

R- beh, diciamo che il titolo si riferisce all’ultimo canto dell’Inferno quando Dante, aggrappatosi a Lucifero con Virgilio, uscendo dall’altro emisfero della terra esclama i versi suddetti che ritroviamo nel brano “Emperor Of Hell”. “Darkness, Then Light” vuole descrivere in maniera allegorica e in tre parole conclusive, l’intero percorso di Dante, non solo riferito all’inferno ma al fatto che egli rivedrà indubbiamente la luce della redenzione. A parte qualche altro brano o piccolo lavoro a riguardo già in programma, con “The Mountain Of Purgatory” ultimo brano del nuovo disco, per quanto riguarda La Divina Commedia, con i full length ci fermiamo qui.

D: La capacità di adattare il proprio sound e la propria creatività ad un progetto complesso come un concept o meglio, ad una somma di concept non è certo comune. Pensate che lo sforzo si ripeterà? C’è in futuro l’idea di un progetto simile dedicato ad altre opere o magari ad episodi storici?

R- Sì, al di là del fatto che per gli In Aevum Agere c’è già tantissimo materiale, è tuttavia già in pre-produzione un nuovo concept interamente dedicato al teatro che sarà davvero una gran prova per tutti, in particolare per il sottoscritto. Per completare tale progetto ci occorrerà tanto lavoro, studio e qui entrerà di nuovo in gioco l’esperienza.

D: Fin dalla fondazione, la band ha ricevuto giudizi ottimi anche dall’estero. La promozione dei vostri album e l’attività live rispecchia questa dimensione internazionale?

R- Sì, devo dire che gli In Aevum Agere sono stati un progetto molto apprezzato fin dall’inizio, in Italia ma soprattutto all’estero. “From The Depth Of Soul”, per esempio, fu una demo d’esordio magica con brani che eseguiamo ancora oggi dal vivo e le prime etichette discografiche ad interessarsi a questo progetto furono soprattutto estere. Stiamo parlando comunque di una band underground e tutto ciò che abbiamo vissuto, io da one man band prima e da vera e propria band poi, è stato certamente superiore alle aspettative.

D: A proposito di tour. Immagino che stiate pianificando delle date promozionali. Avete già pensato alla setlist? Suonerete brani da tutto il repertorio o vi concentrerete su ‘Darkness, Then Light’?

R- Prevediamo qualche data in Campania prima e poi ci riproporremo per l’estero, la set list sarà variegata, anche perché dobbiamo dar spazio all’intera trilogia e inserire senz’altro anche brani meno recenti, i cosiddetti cavalli di battaglia.

D: Per finire, come giudicate la scena italiana non solo in termini di band ma soprattutto sul piano del pubblico e degli eventi?

R- E’ una scena con tanto, tantissimo potenziale che andrebbe sempre più messa in risalto. Proprio perché ci sono tante ottime band da nord a sud che sfornano lavori secondi a nessun altro mercato e questo vale per tutti i generi, si potrebbe fare molto ma molto di più per la scena underground italiana.

D: Grazie Bruno per la sincerità e l’entusiasmo con cui ci hai parlato degli In Aevum Agere e in bocca al lupo per i tuoi progetti futuri che non vediamo l’ora di ascoltare

R- Grazie per questa intervista concessami e Buon lavoro

Intervista a cura di Alberto Trump

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