Ciao a tutti,

oltre ad ascoltare l’album, oggi invito chi non lo avesse ancora fatto ad andare a leggere la fantastica recensione di After The Flesh di Marcello M, pubblicata a fine marzo, (KAIVS – After The Flesh). La band propone un death metal decisamente old school, anche nella veste grafica dell’album . Oggi siamo con loro per scoprire la loro storia e le prospettive della band…

Fin dal titolo del loro lavoro il richiamo ai classici del Death Metal sembra evidente, ma è proprio così?  Per conoscerli meglio abbiamo rivolto ai membri del gruppo qualche domanda, partendo dalle influenze, dalla scelta delle sonorità e dai temi lirici

D: Sappiamo colpevolmente poco di voi, potete rimediare raccontandoci qualcosa sulla nascita della band? Come vi siete conosciuti e in che modo è nato il vostro sound?

Jacopo: “All’inizio, l’idea era quella di suonare un genere estremo, non necessariamente tecnico. Poi l’incontro con Tiziano e la sua cultura musicale ci ha sicuramente aiutato a scegliere il percorso più in linea con le nostre influenze collettive”.

Tiziano: “Ho conosciuto Max che mi scrisse perché era alla ricerca di una chitarrista per il suo nuovo progetto nel quale erano già presenti sia Jacopo che Leonardo. Mi piacque l’idea di potermi concentrare come volevo su un gruppo death metal, cosa che non ho potuto fare in passato e, dopo aver fatto la conoscenza di tutti, ci siamo infilati in sala prove e da li abbiamo iniziato a sviluppare il nostro sound attuale. Dopo appena qualche settimana, ci siamo resi conto che era quello più adatto per enfatizzare il nostro riffing”.

Max: “Come spesso accade oggi, tutto è partito dall’utilizzo dei social e dei i siti per cercare musicisti  con l’idea di metter su una band. Funziona così ormai da diversi anni e anche noi abbiamo usato questo metodo. Conoscevo invece Leonardo su Facebook ed è quindi il primo che ho contattato (anche perché senza drummer è difficile inizare!). Lui lui ha portato dentro Jacopo. Tiziano invece proviene ancora da un altro ambiente. Il nostro sound invece l’abbiamo deciso io e Tiziano, seguendo pedissequamente quanto hanno fatto le prime band old school death metal di Stoccolma! Volevamo proprio quel classico buzzsaw guitar sound creato da Dismember ed Entombed, non ci costa nulla ammetterlo senza mezzi termini!”.

D: Ho già visto la domanda e la risposta in altre interviste ma ci provo ugualmente… non volete proprio dire nulla sulla scelta del nome? Da dove viene Kaivs?

Tiziano: “Non è che non voglia sbottonarmi troppo su questo, ci mancherebbe, è che so soltanto che è un… hahah!”.

Max: “Oggi invece mi hai trovato in un periodo di transizione e dell’umore giusto, quindi risponderò! Guardando il logo, puoi accorgerti che si tratta appunto di un demone!”.

(l’immagine è a fondo intervista, ndr)

D: Oltre alle band citate in recensione (Entombed, Dismember ma anche Carnage e Nihilist) ci sono altri gruppi cui vi ispirate o che in qualche modo hanno contribuito al vostro gusto musicale e alla composizione dei vostri brani, magari anche fuori dal puro death?

Tiziano: “Asphyx, Celtic Frost, Autopsy, Bolt Thrower, Vomitory e tanti altri. Al di fuori di questo genere mi piace pescare quel qualcosa dal doom metal, altro genere che adoro e che mi ha condotto lentamente ad ascoltare ciò che suono attualmente con i Kaivs“.

Jacopo: “Sinceramente penso di essere il componente più fuori dall’acqua in merito al death metal vecchia scuola, ma questo mi ha permesso di portare le mie influenze maggiori all’interno del progetto. Io sono un grande amante del thrash metal, nello specifico quello di stampo tedesco, e del black metal svedese. Trovo che ci sia un grande filo conduttore tra le mie influenze e il genere che suoniamo, riuscendo a creare (almeno per me) una simbiosi veramente interessante”.

Max: “Sicuramente! Io sono un fan degli Slayer quindi tutto parte da lì secondo me! Ovviamente solo i primi album, come per un po’ tutte le band, poi vediamo… direi Morbid Angel, Judas Priest, Iron Maiden, Pantera, Crimson Glory, Saxon, Death, Venom, Possessed, i primi due dischi di Bruce Dickinson solista e la scena death metal europea, soprattutto olandese ed inglese! Sono dell’idea che l’ispirazione venga principalmente dagli anni ’80/’90, la maggior parte dei dischi più importanti sono usciti proprio in quegli anni, ed è innegabile! Qualcosa di recente che valga la pena di ascoltare c’è, se pensi ad esempio all’ultimo disco dei Benediction “Ravage Of Empires” che è davvero cool e Dave Ingram spacca davvero il culo come vocalist! Però il grosso arriva dagli anni 80/90. Mettici anche il punk dei Misfits, Danzig e l’hardcore americano di Ignite, Madball e tanti altri ed il thrash, dai Sodom ai Megadeth e il resto della scena americana con in testa gli Obituary oppure band europee come i primi Paradise Lost e lo stile unico dei Pestilence. Sostanzialmente quello che manca è oggi è l’ispirazione che c’era fino a più di trent’anni fa: prima o poi doveva accadere, come in tutti i generi ed il fatto che il disco metal più venduto della storia sia dei Metallica e risalga al 1991 la dice tutta.

La musica per me, è probabilmente un capitolo chiuso fin dal 1993 o qualche anno più tardi… Di seguito ti faccio un veloce elenco di band e album che mi hanno ispirato: DisincarnateDreams Of The Carrion Kind” con James Murphy ex Death, Konkhra, Testament, Cancer ed Agent Steele, ResurrectionEmblamed Existence” e GorgutsThe Erosion Of Sanity”,  Dream TheaterAwake“, DeathSymbolic“, DeicideOnce Upon The Cross” e Morbid AngelDomination“, Iron Maiden “The X Factor”, Helloween “The Time Of The Oath“, HammerfallGlory To The Brave” …. ancora Morbid AngelFormulas Fatal To The Flesh” e SuffocationDespise The Sun” con Scott Burns dietro al mixer (!) per un’ultima volta. Qualche album interessante è uscito fino al 1999, vedi Hate EternalConquering The Throne” ma poi tutto è andato ad esaurirsi. Te ne accorgevi quando una fotografia sostituiva l’immagine di copertina che una volta era disegnata; il tutto per far rendere più veloce e semplice la produzione. Non si perdeva più tanto tempo dietro alle grafiche elaborate che dagli anni ’60 sono rimaste in voga fino agli anni ’90, e dopo soltanto sporadicamente nei primi 2000. Oggi cosa abbiamo? Ah già, intelligenza artificiale e plastic sound! No, thanks! Fuck it!”.

D: Trovate che la definizione old school death metal sia quella giusta per voi o pensate di voler apportare degli elementi di originalità al sound dei Kaivs, magari in brani di prossima pubblicazione?

Max: “Il successo non arriverà mai, sicuramente almeno non per noi! Non saremo mai i nuovi Ghost o i nuovi Sleep Token, non venderemo mai quanto loro, non avremo quel successo e quella visibilità come death metal band. Non possiamo riscrivere quanto fatto dai Morbid Angel, non toccherà a noi essere la new sensation! Sai perché? Noi siamo death metal vecchia maniera, lo abbiamo già detto, con quel suono di chitarra di Stoccolma che è venuto fuori da quel posto dal 1990 ed anche prima! Non ci interesserà mai fare altro, ci sono tante altre band che lo fanno! A noi interessa variare i riff e fare copertine sempre migliori ispirate alle prime di Dan Seagrave hahah! Non ce ne fotte di avere un cazzo di altro, se non  è death metal allora non è Kaivs e tanto vale finirla qui e darsi ad un’altra band! Anche il look, sono un operaio e sotto la pettina da lavoro ho sempre una maglietta degli Iron Maiden sporca di olio motore perdio! Hahahhah riparo tir a suon di Venom in officina!”.

Tiziano:”Old school death metal va benissimo per me, trovo che rispecchi anche un certo senso di devozione e ammirazione che proviamo. Non sentiamo il bisogno di mettere insieme qualche strano intruglio di aggettivi per classificarci o per definire più o meno diversamente ciò che suoniamo o quello che non siamo!”.

Jacopo: “Noi siamo consapevoli di non portare nulla di innovativo in ciò che facciamo ma cerchiamo sempre di metterci qualcosa che ci rappresenti e che ci renda riconoscibili all’ascolto. Sicuramente, con i lavori successivi, questi elementi distintivi saranno sempre più marcati”.

D: Come avviene il vostro processo compositivo? Immagino che la musica sia la prima a nascere, seguita dai testi oppure è il contrario? In particolare da cosa vengono le idee per le liriche? Chi si occupa di cosa, è un processo corale oppure ognuno arriva con le idee chiare e propone i brani al resto della band?

Tiziano: “Musica e testi su “After The Flesh” sono nati parallelamente, rispettivamente da me e Max, per poi essere cuciti gli uni agli altri. C’è stato qualcosa di corale quando si è trattato di dover risolvere qualche piccolo dubbio o intoppo in un paio di brani, ma sono state solo delle brevi eccezioni in un processo di composizione che non ha subito ostacoli”.

Max: “Difficile dirlo o saperlo! Io ho i miei testi pronti che adatterò ai riff di Tiziano e di Jacopo se avrà ancora voglia di comporre qualcosa, quindi non so dirti se vengano prima gli uni oppure gli altri. Ognuno compone a casa, alle prove direi che principalmente arrangiamo tutto insieme, scriviamo poco in sala prove. Riguardo ai testi, se ho qualcosa di nuovo in mente che ritengo interessante e valido lo appunto sul mio telefono e poi assemblo le idee migliori per avere un testo completo . “Koshercannibal” ad esempio vuole denunciare  come nessuno si prenda cura degli indifesi. Si dice tanto ma si fa poco, nessuno ha le palle di porre fine a certe situazioni, perché sono soltanto business. “Blasphemer After The Flesh“, invece, tratta della religione. Tendo a pensare che dovrebbe essere vietata agli uomini perché non la comprenderanno mai. Fanno riti senza sapere di non esserne all’altezza, sono blasfemi loro quanto i sacerdoti o i satanisti che evocano il Maligno: tutti sono inferiori ad una Divinità, sempre che esista. Come cazzo pretendi di evocarla? Dopo lo morte non c’è un cazzo, forse la vita eterna è soltanto per pochi meritevoli stronzi che in vita hanno combinato davvero qualcosa di buono, chissà, ma non mi va di aprire un dibattito sul post-esistenzialismo adesso! Fatto sta che, in fase di scelta di quello che deve finire sull’album, prendiamo in considerazione soltanto songs e lyrics di un certo spessore; la merda la buttiamo sempre nel cesso! Nell’adattare tutto su “After The Flesh” abbiamo avuto, sono sincero, posso dirlo? Un certo culo!”.

Jacopo: “Gran parte della composizione viene da parte di Tiziano. In sala prove ci espone la sua idea. Ovviamente non ci limitiamo ad eseguire e basta, ma tutti partecipano attivamente al processo creativo delle canzoni senza limitarci mai, penso che non sarebbe propedeutico a trovare la migliore soluzione ed il miglior sound”.

D: Venendo alla scena italiana, secondo voi il metal in generale ed il death in particolare riescono ancora ad attrarre il pubblico? Credo abbiate in programma date all’estero, non ne ho viste in Italia. Ci sono spazi per proporre il vostro album dal vivo?

Max: “Partiamo dal presupposto che siamo dei metalhead prima che musicisti, quindi oltre a voler fare album che abbia un suono che si avvicina a qualcosa che vorremmo ascoltare se dovessimo comprarlo, andiamo anche noi ai concerti. Siamo quindi consapevoli di cosa voglia dire essere dall’altra parte, sotto ad un palco oppure di un negozio di dischi (la musica su Spotify ha soltanto sostituito il mio walkman ed il discman!). Tornando propriamente alla tua domanda, i locali ci sarebbero e pure tanti, anche adattati ad esigenze indoor ed open air, ma resta davvero un po’ difficile suonare nel nostro paese. Sembra che questa maledetta nazione sia ormai finita se pensi al fatto di voler vietare la data di Milano ai Behemoth! Il vero problema sono i gestori che fanno le rockstar più delle band stesse, un po’ come le label, pensando piuttosto al bar e non allo show! Quante puttanate del cazzo! Non essendoci spazio in Italia, porteremo all’estero la  nostra musica. Del resto i nostri album sono pubblicati su ogni mercato, non soltanto per quello italiano ed il nostro manager riesce a procurarci date anche fuori. Per ora siamo stati confermati in Repubblica Ceca e Portogallo, altri festival ed il tour saranno annunciati in seguito”.

Jacopo: “Sicuramente l’Italia offre dei validissimi esempi di death metal fatto a regola d’arte; purtroppo la problematica rimane sempre che molta parte del pubblico ascoltatore ne rimane ignorante. Più facile andare fuori, attualmente abbiamo  una data in Portogallo al Laurus Nobilis Festival per quest’estate e ne abbiamo altre in fase di organizzazione”.

Tiziano: “Sì, certamente il death mantiene ancora il suo fascino particolare, che sia più classico o moderno. Continua ad attrarre, ma non quanto riescono a farlo altri generi come ad esempio il black metal, che ritengo vada nettamente per la maggiore sia nella nostra città sia in tutto il paese in termini di band locali. Noi non molliamo e  abbiamo programmato una data molto importante quest’estate in un grande festival portoghese e ci stiamo muovendo per mettere in cassaforte qualche altro palco straniero. Non siamo riusciti a ritagliarci quasi nessuno spazio in Italia”.

D: Ultima domanda: quali sono i vostri programmi per il futuro? Oltre ai live, pensate di tornare in studio a breve?

Max: “Ci saranno parecchie novità, al momento opportuno le saprete!”.

Tiziano: “Torneremo in studio subito dopo l’estate per iniziare a mettere mano sui nuovi brani, che ho continuato a scrivere dopo la registrazione di “After The Flesh“. In questo modo avremo tutto il tempo che ci serve per apportarvi modifiche e miglioramenti”.

Jacopo: “Possibilmente a settembre inizieremo a comporre il nuovo album che, speriamo, di portarvi il prima possibile e che possiate apprezzarlo come (se non più) di “After The Flesh“.

Grazie a Max, Tiziano e Jacopo dei Kaivs. Andate ad ascoltarli, merita…

Intervista a cura di Alberto Trump

 

 

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