Il dato più rilevante, a leggere la loro biografia, è che i Tenebrae sono stati fondati nel novembre del 2005. La pubblicazione del loro ultimo album Loss, arriva quindi a chiuderne il ventennale.

Dell’album, del passato e soprattutto del futuro vorremmo parlare con Marco “May” Arizzi, chitarrista e mastermind della band ligure.

D: Innanzitutto complimenti per l’album, uscito con un giudizio altissimo dalla nostra e da parecchie altre recensioni. Ci parlate un po’ meglio di questo lavoro? Arriva a ben nove anni di distanza dal suo predecessore…

May: Grazie mille! È un disco che parte da distante; avevamo iniziato a lavorarci già durante il periodo del lockdown. Ha preso forma poi definitiva con l’arrivo di Andrea Cherubino (Keru) alla voce. Il suo innesto ci ha permesso, oltre che di completare la formazione, anche di arrangiare in modo definitivo i brani che ancora dovevano essere completati e lavorati per poter entrare in studio. Il disco parla della perdita, considerata da più punti di vista. Abbiamo cercato di trasmettere le emozioni legate a quel tipo di sensazioni sia musicalmente che a livello di testi.

D: Il vostro stile è in continua evoluzione, con alcuni cambiamenti decisivi, come la scelta di cantare in inglese, altri più legati ad aggiustamenti stilistici. Ci raccontate qualcosa del vostro sound attuale?

May: Sicuramente rispetto al passato abbiamo sentito la necessità di risultare un po’ più immeditati, cercando di arrivare prima all’ascoltatore. E’ un percorso in continua evoluzione su cui stiamo ancora lavorando. Il nostro sound è sempre la risultante delle esperienze personali di ogni membro. Per questo, risulta un mix sempre nuovo e “originale” perché anche noi non siamo molto interessati al tipo di genere che ne risulterà. L’importante è che il brano sia funzionale a raccontare quello che ci siamo prefissi di fare.

D: A questo punto la domanda sulle influenze è scontata. Nel vostro caso, forse, un po’ meno… se tracce di Black Sabbath e Candlemass sono più marcate, cos’altro vi ispira?

May: Che dire, siamo tutti dei vecchi dinosauri quindi siamo legati un po’ tutti ai mostri sacri ma ci sono spiccate differenze tra noi … chi è più metallaro, chi più amante del rock classico. La forza di Loss e del nostro sound è proprio quella di esser sempre riusciti a trovare il giusto mix tra i gusti di tutti, limare le differenze per arrivare a qualcosa di nuovo, ovviamente senza inventare nulla per carità, ma che rispecchiasse il desiderio e la visione di tutti noi che abbiamo lavorato al disco.

D: Siete tornati a suonare dal vivo per promuovere Loss. Ho visto la registrazione di Impakt sul vostro sito e devo dire che mi siete sembrati molto affiatati sul palco. La formazione però non è quella storica. Cosa avete ricavato dai nuovi ingressi?

May: A dire il vero tutti gli attuali musicisti sono quelli con cui suonavamo già subito dopo l’uscita del nostro precedente album My Next Dawn, Cj arrivò quasi subito dopo la sua pubblicazione e ha portato un bagaglio di esperienza enorme e un drumming molto serrato e potente, arrivando da generi più estremi. Fabrizio Garofalo è, quasi come me, da sempre parte dei Tenebrae; è un Totem, parte integrante della storia della band. Keru alla voce su Loss ha portato il suo personale modo di affrontare il sound della nostra band e le soluzioni trovate post My Next Dawn sono state molteplici e interessanti e ancora in via di sviluppo. Flux è con noi da tanto tempo ormai, è l’anima piu’ doom della band. Il suo impatto è fortissimo live, ma anche lui ha dato un grande contributo alla realizzazione del nuovo Album

D: Avete intenzione di proseguire con l’attività live? Solo in Italia o programmate qualche sortita all’estero?

May: Siamo sempre alla ricerca di situazioni che possano essere per noi motivo di accrescimento personale, divertimento e che ci permettano di divulgare al massimo la nostra musica. Purtroppo troppo spesso ci troviamo a fare i conti con il poco budget a disposizione e con il poco tempo che il lavoro e la vita ci permettono per dedicarci come vorremmo ai live. Stiamo continuando comunque a cercare e valutare ogni possibile data.

D: Come vedete il metal? E’ davvero morto o si nasconde nell’ombra per tornare a colpire?

May: Il metal non morirà mai, come tante altre cose che fanno enormi giri per poi tornare. Oggi lo si vede in diverse forme e sfaccettature che ne disegnano contorni e confini sempre diversi. Purtroppo, soprattutto in Italia, il Metal non ha l’attenzione dei grandi media come all’esterno e non è ancora diretto ai grandi medium di massa. Resta sempre a una nicchia relegata a webradio, mentre i media più mainstream non promuovono certo l’underground che è la linfa vitale della musica a mio parere. Genova e l’Italia offrono un grandissimo potenziale, ma per tanti motivi tendiamo a non voler diventare eccessivamente conosciuti.

D: Ultima domanda: che programmi avete per il futuro. Speriamo di non dover aspettare altri nove anni per il nuovo disco…

May: Siamo consci di averci messo una vita e ci è dispiaciuto ma vicissitudini varie e il cambio di formazione non ci hanno permesso di fare di meglio.  Le idee in testa sono molte ma quello che ci preme attualmente è trovare una rinnovata stabilità come formazione e band,  poi vedremo anche che formula adottare per far uscire nuovi pezzi e poterne fruire al meglio.

Grazie ai Tenebrae per la disponibilità, andate a vederli, merita!!

Grazie mille a Italia di Metallo per la Bella opportunità

 

Intervista a cura di Alberto Trump

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